Carla Tavernari non c’è più, se ne è andata questa notte per le conseguenze di un grave ictus emorragico che l’aveva colpita otto mesi fa. Avrebbe compiuto 74 anni il prossimo luglio, ed era la figlia di Vittorio Tavernari, uno dei maestri della scultura del ‘900, e colei che con passione e infinito amore aveva custodito l’enorme materiale documentario sulla vita e l’opera del padre, tra i sottoscrittori del Manifesto del Realismo del 1946. Proprio un anno fa Carla, su richiesta di Emma Zanella, direttrice del MaGa di Gallarate, aveva deciso con il fratello Giovanni di trasferire l’archivio nel museo gallaratese, dove è stato oggetto di una importante mostra.
Nell’intervista realizzata per l’occasione, Carla Tavernari ricordò come l’archivio del grande scultore fosse stato considerato «un bene di primaria importanza di rilevanza nazionale» nell’ambito del Pac, il Piano per l’arte contemporanea. Grazie al suo lavoro di catalogazione e conservazione, al MaGa sono andate le schede e le immagini di oltre 500 opere dello scultore, le fotografie di ritratti, sculture, mostre e ambienti dagli anni ’50 a oggi, gli articoli di quotidiani e riviste dal 1938 in poi, tutti i testi critici sulle mostre personali e collettive, i documenti postumi dal 1987 fino a oggi, cataloghi e articoli, oltre alle lastre fotografiche e ai cliché di stampa.
Nonostante questo, Carla ci aveva confidato di non aver mai dimenticato Varese: «Nel 1997 abbiamo donato al comune il “Totem” ligneo, oggi al Museo di Masnago, da cui è stata tratta la fusione in bronzo presente in via Albuzzi, nel 2020 c’è stata la nostra donazione di otto importanti sculture, di cui quattro già in comodato d’uso a Masnago, con il ciclo delle “Quattro Stagioni” e, infine, quella della “Testa di Afrodite-Saffo”, ora chiamata “Testa Tavernari”, una copia romana di un originale greco dello scultore Skopas, risalente al V-IV secolo avanti Cristo, allocata al Museo Archeologico di Villa Mirabello».
Con lei scompare una figura importante nel panorama dell’arte varesina, una custode silenziosa delle opere paterne e una instancabile animatrice culturale, collaboratrice del Premio Chiara e della Galleria Ghiggini, donna di grande charme e una delle ultime testimoni di una Varese della cultura oggi scomparsa, quella delle grandi mostre e dei ritrovi tra artisti nelle case e negli atelier. La Varese di Guttuso e Isella, di Chiara e Morselli, spesso ospiti di Vittorio e della moglie violinista Piera Regazzoni, nella grande casa di via Dandolo.
Carla ha voluto per sé una cerimonia laica, che si terrà lunedì pomeriggio alle 15 alla Sala del Commiato del cimitero di Giubiano. Alla famiglia vanno le condoglianze del nostro giornale.