Alberto Palazzi, professore di matematica al Liceo Scientifico di Gavirate, ha dedicato gran parte della sua vita all'insegnamento. Oltre alla scuola, il professor Palazzi di Cocquio Trevisago ha coltivato per anni la passione per l'arte e la pittura, curando diverse recensioni per tanti importanti pittori, tra i quali i “nostri” Salvini, Pedretti, Reggiori, Costantini, D'Ora e Pizzolante.
La sua passione per la scrittura e la comunicazione negli anni lo ha poi portato, insieme ad un gruppo di amici con lo stesso interesse, a fondare lo storico giornale "Menta e Rosmarino" e la omonima casa editrice. Oggi il giornale, dopo 23 anni di attività, grazie alla collaborazione di alcuni Comuni del territorio (elencati nell’intervista), esce con cadenza semestrale raccontando interessanti aneddoti, curiosità, approfondimenti di storie locali. Rappresenta ormai un punto di riferimento per gli appassionati delle tradizioni dei territori del Medio Alto Verbano.
Professor Palazzi, chi è il direttore di Menta e Rosmarino?
È un ex insegnante di matematica che nove anni fa ha appeso il gesso al chiodo e si è messo a giocare con un gingillo a uso di bambini grandi: si chiama "Menta e Rosmarino". Ma quello che più preoccupa è che si è messo anche a scrivere, lui che in italiano non è mai arrivato alla sufficienza. Per fortuna però fa ancora qualcosa di serio come tagliare l’erba, strapparla dalle aiuole e raccogliere le foglie.
Chi ha avuto l’idea di Menta e Rosmarino?
L’idea è stata mia, ma senza dei collaboratori meravigliosi non si sarebbe fatto nulla. Due nomi su tutti: Alessandro Brunella e Adriano Biasoli, che purtroppo non sono più tra noi.
Quando è nato questo progetto?
Nel 2001, ventitré anni fa. Sulla spinta di una motivazione ben precisa: dare voce ai valori della tradizione, in particolare al bisogno di radici e di comunità in un’epoca di spaesamento e insicurezza. Con una formula semplice: parlare del territorio, parlarne attraverso la sua storia, i suoi personaggi, le tradizioni, l'arte, e poi ancora letteratura, dialetto, memorialistica minore eccetera, il tutto partendo dal presupposto che le nostre “diversità” siano un bene prezioso da difendere sempre e comunque, anche per contrastare in qualche modo l'appiattimento culturale in atto.
Com'è incominciata l’avventura di Menta e Rosmarino?
Avventura è la parola giusta perché solo dei pazzi potevano fondare un giornale in un momento storico in cui la gente stava perdendo l’abitudine di leggere. A Cocquio Trevisago si stampava già un giornalino improntato alle politiche amministrative. Si chiamava Corre Voce. Noi desideravamo però dar luogo a una pubblicazione diversa, che curasse soprattutto gli aspetti storico-culturali e con una buona dose di incoscienza decidemmo di partire.
Più che un'avventura allora è stato un atto temerario, giusto?
Direi proprio: molto temerario! Nemmeno il tipografo a cui ci rivolgemmo, neppure lui, ci credeva: “Ieri sono venuti in tipografia quelli del Menta e Rosmarino - confidò a un amico - e mi hanno chiesto un preventivo per fare un giornaletto. Gliel’ho preparato, ma lo so bene io come vanno queste cose! Arrivano carichi di entusiasmo e di belle speranze poi ne fanno un numero, qualche volta due, tre a esagerare … poi non li vedi più ed è buona se vengono a chiudere il conto!”.
E invece?
E invece siamo ancora qui ..
Inizialmente Menta e Rosmarino veniva distribuito solo a Cocquio Trevisago, vero?
Vero. Agli inizi Menta e Rosmarino veniva distribuito solo a Cocquio Trevisago - casa per casa - impegno che assunse personalmente Sandro Brunella e che mantenne in modo quasi religioso fino ai suoi ultimi giorni.
La critica più diffusa è quella che nella rivista c’è troppa nostalgia.
Abbiamo cercato di non indulgere mai ad anacronistiche nostalgie. Abbiamo concesso solo un po’ di amarcord, non regressivamente nostalgico, ma utile a sollecitare qualche comparazione e riflessione critica.
Come sostenete il progetto editoriale a livello economico?
Ci sosteniamo con la pubblicità, con la distribuzione dei nostri libri, con il contributo di alcuni Comuni (Barasso, Caravate, Cazzago Brabbia, Cocquio Trevisago, Cittiglio, Cuvio, Laveno, Leggiuno, Gavirate, Gemonio, Orino) e con il contributo della Comunità Montana Valli del Verbano.
A chi dovete rendere conto?
Assolutamente a nessuno: Menta e Rosmarino è un giornale senza padroni. Libero.
Nessuna appartenenza politica quindi?
Assolutamente no! È semplicemente pensato e realizzato da un gruppo di amici uniti da un sincero affetto per il territorio e da un particolare interesse per la sua storia.
Quante copie stampate attualmente?
Quasi tremila.
Quali sono i progetti per il futuro di Menta e Rosmarino?
Sarebbe bello “svecchiare” un po’ la rivista introducendo qualche giovane, ma l’operazione risulta estremamente difficile.
Avete anche una casa editrice?
Menta e Rosmarino ha dato il via anche ad una casa editrice con la quale si propone di approfondire le tematiche sopra descritte. Ha pubblicato finora una trentina di titoli ed ha effettuato approfondite ricerche storiche come per esempio quelle sfociate nella realizzazione di due libri di storia locale.
Menta e Rosmarino ha anche un sito internet?
Sì. Disponiamo di un sito (www.mentaerosmarino.it) curato con grande perizia dal professor Cassarà con affluenza giornaliera documentabile di circa 400 utenti e che permette di mettere in rete tutto il materiale raccolto. L’associazione mette inoltre il sito a disposizione degli Enti che la sostengono per comunicazioni di ordine ricreativo- culturale. Anzi: approfitto per invitare di nuovo le amministrazioni che ci sostengono a inviarci materiale da pubblicizzare.