Chiedono tempo e possibilità di lavorare Davide Alviti e Abdel Fall, due dei volti nuovi stagionali della Pallacanestro Varese, presentati oggi presso lo stabilimento - completamente realizzato in legno - dello sponsor biancorosso Novello a Oggiona Santo Stefano.
Due situazioni diverse accomunate dallo stesso destino: la necessità di diventare presto protagonisti di una squadra che non si può permettere il lusso di lasciare indietro nessuno. Non l’ex Trento, chiamato personalmente anche a consolidare una carriera arrivata forse troppo presto all’apice (vedi le due stagioni a Milano, con poco spazio in campo) e a confermare quelle speranze che negli anni del boom (Treviso, Trieste) lo volevano come una della ali più complete e promettenti del parco italico.
E nemmeno l’ex Casale e Latina, finito in qualcosa che sulla carta pare più grande di quello che finora è stato un background di giocatore da categoria inferiore: dovrà scalare una montagna, Abdel, e in questa scalata liberare anche la Pallacanestro Varese stessa dalla sensazione di essere troppo poco attrezzata sotto le plance.
Intanto lui è sincero: «No, non mi aspettavo Varese quest’estate - afferma - pensavo solo all'A2. Questa chiamata è stata una sorpresa, ma sono contento di essere qui. Scetticismo? Ci può stare, anzi è normale. Ma questo è un ruolo che ho già ricoperto, so cosa ci si aspetta da un lungo e so dove va messa l’asticella».
Per Alviti, invece, più che di chiamata bisogna scrivere di una scelta: «Sono qui perché sia Scola, che i gm, che Mandole sono stati chiari nel presentarmi l’intero progetto: Varese sta crescendo molto come società. Ed è stato facile sceglierla anche per i suoi tifosi: tante volte ho giocato a Masnago ed è sempre stata una bolgia, ora voglio vedere cosa si prova a giocare per loro».
Entrambi si esprimono volentieri sul loro nuovo allenatore: «Mi è sembrato subito aperto, chiaro e schietto - dice Alviti - Ha ben in mente cosa vuole che facciamo, ci chiede di dargli fiducia e dà la stessa a noi: penso sia una strada percorribile e utile». «Anche con me è stato chiaro - rincara Fall - Ed è un allenatore che parla molto con i giocatori, questo è importante».
Il gioco: «Quello che ho trovato all’interno è lo stesso che percepivo dall’esterno: il gioco di Varese è corsa, ritmo, più possessi - afferma l'ala - Dovrò adattarmi in fretta: sia l’allenatore che i compagni mi stanno aiutando a inserirmi. Siamo una squadra molto versatile, dobbiamo solo cercare di affinare la difesa: quella sarà la chiave, l’attacco verrà da sé». «Ora dobbiamo pensare solo al lavoro, perché c’è un equilibrio che ancora deve essere trovato. Per fortuna abbiamo altre tre settimane, ci faremo trovare pronti» replica il lungo.
Di obiettivi parla solo Alviti, sia collettivi che individuali: «Salvezza primo obiettivo? Io dico che non dobbiamo fossilizzarci solo su di essa. Personalmente cercherò di fare di tutto per provare a rientrare nel giro della nazionale, perché quella indossare quella maglia è irripetibile, e poi per tornare un giorno a giocare in Eurolega».