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Cultura | 15 febbraio 2024, 12:35

“Un-reality”: se volete entrare in un dipinto potete farlo a Varese

Da sabato 17 febbraio fino al 16 marzo sarà protagonista alla Galleria Punto sull’Arte la personale di Mauro Reggio, un “pittore di città” che ci informa di quanta bellezza rimanga tra le pieghe del tessuto urbano, nonostante le tante ferite del paesaggio

“Un-reality”: se volete entrare in un dipinto potete farlo a Varese

A volte ci si immagina di poter “entrare” in un dipinto, tanta è la suggestione che l’opera esercita sulla nostra immaginazione, sul vissuto e su ciò che percepiamo come familiare. Così, osservando Corso Moro ritratto con maestria da Mauro Reggio, artista romano innamorato delle città italiane, vorremmo fargli un dispetto ed essere gli unici pedoni che si beano della strada senza buche e pullman, gruppi vocianti, taxi e lavori in corso. I quadri di Reggio, sono infatti un invito alla conoscenza del dettaglio, della prospettiva e del nitore espressivo, e le sue piazze vuote e linde esaltano le linee architettoniche allo stesso modo di uno scatto di Gabriele Basilico o di Luigi Ghirri.

“Un-reality” è il titolo della personale, curata da Alessandra Redaelli, che Mauro Reggio terrà alla Galleria Punto sull’Arte di Sofia Macchi in viale Sant’Antonio 59/61 a partire da sabato 17 febbraio fino al 16 marzo, esponendo una serie di opere inedite ispirate a scorci delle città italiane, da Varese, a Parma e naturalmente a Roma (inaugurazione sabato 17, dalle ore 11 alle 13. Orari: martedì – sabato, 9,30 – 17. Info: tel. 0332 – 320990 oppure info@puntosullarte.it).

Nato a Roma nel 1971, diplomato con lode nel 1993 all’Accademia di Belle Arti della capitale, ha partecipato per due volte alla Biennale di Venezia, e i suoi dipinti fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private, tra cui la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (Macro), la Collezione Farnesina Experimenta al Ministero degli Affari Esteri, e quella del Senato sella Repubblica Italiana, con tre dipinti di grandi dimensioni, di cui uno commissionato appositamente per la parete centrale della Sala Nassirya in Palazzo Madama adibita alle conferenze stampa.

«A Varese, l’artista non poteva che restare colpito dalla rigida pulizia estetica dell’architettura razionalista. Eccolo allora in piazza Monte Grappa, il pennello che scivola sul granito lucente della Torre Civica di Mario Loreti per inciampare, alla base, nella curva del palco in porfido rosso e marmo e poi, ancora, proseguire la sua corsa su Palazzo Castiglioni – sempre di Loreti – e nascondersi tra le ombre dei portici», scrive Alessandra Redaelli nel testo che accompagna la mostra.

«E ancora di più sembra affascinarlo il cortocircuito estetico tra le volute barocche del campanile di Giuseppe Bernascone e i rigorosi contrappunti di vuoti e di pieni della vecchia sede razionalista della Cassa di Risparmio. Ciò che gli interessa, soprattutto, è che il suo pennello possa mettere ordine».

Al di là delle suggestioni dechirichiane e di qualche rimando alla pittura di Hopper, l’opera di Mauro Reggio regala all’osservatore una sensazione straniante, con i ponti, le chiese, il gasometro che diventano i protagonisti del racconto al posto della specie umana, sotto cieli verdi, arancioni o violetti che esaltano le forme rendendole di una plasticità tridimensionale. Un “pittore di città” che ci informa di quanta bellezza rimanga tra le pieghe del tessuto urbano, nonostante le tante ferite del paesaggio. Per scoprirla, basta alzare gli occhi ed essere curiosi, come fa l’artista nei suoi pellegrinaggi solitari o forse nei sogni.

M.C.

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