“Fin troppo pazienti” arriva a Busto Arsizio. Alleanza Verdi-Sinistra ha lanciato da qualche mese una campagna nazionale di sensibilizzazione e di coinvolgimento dei cittadini che, attraversando le diverse realtà territoriali del nostro Paese, «mette in evidenza le contraddizioni locali e le enormi difficoltà che i cittadini si trovano ad affrontare». L’obiettivo è quello di continuare a «dare voce al problema sottolineando la priorità di salvare la sanità pubblica dal collasso cui è stata condannata da tempo da governi passati, non solo tecnici o di destra».
“Fin troppo pazienti” mercoledì 6 dicembre sarà a Busto Arsizio, alla Sala del Camino di Villa Calcaterra, in via Magenta 70 alle ore 20.30. Interverranno l’onorevole Devis Dori, Onorio Rosati, consigliere di Regione Lombardia, Davide Farano PF-Cgil Varese, Marco Caldiroli di Medicina Democratica, Cinzia Colombo e Walter Mason del Comitato Diritto alla Salute del Varesotto. L’incontro sarà presentato da Dario Ferrari, responsabile di Sinistra Italiana di Busto Arsizio, e da Massimiliano Balestrero, co-portavoce di Europa Verde della Provincia di Varese.
«Possiamo certamente affermare che i principi fondamentali del Ssn universalità, uguaglianza, equità sono stati oramai traditi – affermano i promotori dell’iniziativa –. Gli elementi che contraddistinguono oggi il Ssn condizionando la vita delle persone, soprattutto quelle delle fasce socio-economiche meno abbienti, sono ben altri: lunghe liste d’attesa, sovraffollamento dei pronto soccorso, scarsa o nulla disponibilità di un medico di famiglia o di un pediatra, disuguaglianze regionali e locali, migrazione sanitaria, spesa privata in continuo aumento fino all’impoverimento delle famiglie, rinuncia alle cure. Questo il quadro che contraddistingue il Ssn in tutto il Paese, con sempre maggiori difficoltà al Sud.
A concorrere alla situazione oggi sotto gli occhi di tutti i sotto-finanziamenti cronici del sistema negli ultimi 15 anni, con un rapporto spesa/pil tra i più bassi d’Europa (nel 2023 il 6,6%) ma anche la cronica carenza di medici e infermieri e lo sbilanciamento verso una sanità privata a scapito del servizio pubblico lasciato a languire.
Bisogna tornare al più presto a finanziare il Servizio Sanitario Nazionale a dovere non come ora, dato che non vengono neanche coperti i costi in più dovuti all'inflazione. Occorre che si fermi la privatizzazione dei servizi sanitari, un regalo per pochi, un costo insopportabile per tanti. Tagliare le liste d’attesa, una volta per tutte, e non solo come slogan. E migliorando condizioni di lavoro e stipendi dei medici e del personale sanitario.
Una battaglia difficile, politica e culturale lo sappiamo, ma che non ci spaventa affatto. Questo è solo l'inizio, perché i cittadini sono stati “Fin troppo pazienti”».