Giovedì 15 giugno in Regione Lombarda si è tenuta, su richiesta del consigliere regionale varesino Luigi Zocchi, l'audizione della Associazione dei Comuni Italiani di Frontiera (ACIF) davanti alla Commissione Speciale “Valorizzazione e tutela dei territori montani e di confine – rapporti tra la Lombardia e la Confederazione Elvetica”, in merito alle tematiche transfrontaliere.
Due le questioni principali poste all’attenzione dei membri della Commissione, a seguito dell’approvazione in Senato della legge di ratifica ed esecuzione dell’accordo tra la Repubblica Italiana e la Confederazione Elvetica, relativo all’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri, di prossima pubblicazione ed entrata in vigore.
La prima questione riguarda l’attribuzione dei ristorni ai Comuni di Frontiera; la legge di ratifica stabilisce che il criterio del rapporto numero frontalieri/popolazione di un Comune, adottato per l’attribuzione diretta dei ristorni, non possa eccedere la quota del 3%, inferiore a quella vigente oggi in Lombardia del 4%.
«Abbiamo chiesto di valutare se la stessa quota non possa essere ulteriormente ridotta al 2/2,5%, per allargare il numero dei Comuni direttamente beneficiari della attribuzione diretta» spiega in una nota il presidente di Acif e sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino.
La seconda questione riguarda la gestione del fondo, derivante dall’extragettito fiscale, destinato a finanziare progetti di sviluppo economico e sociale nella fascia ricompresa dai Comuni di frontiera e al sostegno delle remunerazioni nette dei lavoratori residenti e occupati nei comuni di frontiera stessi, il cosiddetto “assegno di frontiera”.
«A questo riguardo abbiamo chiesto a Regione Lombardia che con ACIF siederà al tavolo interministeriale che definirà i criteri per la distribuzione e l’impiego di tali risorse, di avviare un percorso di ascolto e di confronto attorno a questo importante provvedimento» aggiunge Mastromarino.
«Le due azioni, se ben condotte, sono la risposta migliore e concreta alle tematiche economiche, infrastrutturali e del mercato di lavoro nei territori transfrontalieri» conclude il presidente di Acif.