Aggressioni verbali e talvolta anche fisiche nei confronti del personale medico: un fenomeno grave e in crescita. «Rispettateci» è l’appello di Alessandro Albani che, oltre a essere il segretario cittadino della Lega e consigliere comunale a Busto Arsizio, è coordinatore infermieristico in una comunità psichiatrica.
Il 12 marzo, in occasione della Giornata di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, c’erano stati diversi appuntamenti per sensibilizzare i cittadini. A Busto, medici, infermieri e volontari della Croce rossa avevano organizzato un’iniziativa in piazza San Giovanni.
Ma una decina di giorni dopo, un infermiere era stato aggredito al pronto soccorso cittadino. E non si tratta di un caso isolato. Anzi, «la situazione appare gravissima e le violenze a chi soccorre sono paradossalmente aumentate con il Covid-19, per via della carenza di personale nelle strutture e delle crescenti tensioni sociali», ha fatto notare Albani.
Il consigliere leghista ha quindi portato il problema ieri sera in assise: «Come rileva l'Oms – ha esordito nel suo intervento “libero” – la stima degli operatori sanitari che subiscono violenza nella propria carriera si attesta tra l’8 e il 32 per cento e molti di più sono quelli minacciati ed esposti ad aggressioni verbali».
Il consigliere ha spiegato che la categoria più a rischio è quella a cui appartiene: gli infermieri, infatti, sono «coinvolti direttamente nella cura del paziente e spesso nei reparti di Pronto soccorso, ma ultimamente anche negli studi medici e tra gli infermieri sul territorio ci sono spesso episodi di violenza ingiustificata».
Tutto ciò è inaccettabile, ha fatto notare Albani, «perché non solo ha un impatto negativo sul benessere psico-fisico del personale sanitario, ma influisce anche sulla loro motivazione al lavoro compromettendo di conseguenza la qualità delle cure».
Dopo aver sottolineato che anche il ministro della Salute Orazio Schillaci ha preso posizione su quella che ha definito un «grave problema culturale che va fermato», il leghista ha rimarcato che «gli operatori sanitari sono sempre in trincea e hanno fatto della loro professione una missione di umanità.
È facile chiamarli eroi, ma gli eroi devono essere rispettati per il lavoro che svolgono ogni giorno».
E, da operatore impegnato in prima persona nel campo dell’assistenza – che Florence Nightingale, la donna che ha rivoluzionato l’infermieristica, definiva «la più bella delle Arti Belle» – ha concluso: «Noi vi rispettiamo, rispettateci anche voi».