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Salute | 09 febbraio 2023, 16:01

Il mare in tempesta delle Rsa, fra post Covid ed esplosione dei costi. E mancano 13mila infermieri

Luci e tante ombre nel convegno, organizzato dalla Liuc- Università Cattaneo, con la sua Business School, “Oltre la pandemia, Rsa protagoniste del territorio”. Il professor Antonio Sebastiano: «Le persone arrivano nelle strutture sempre più tardi, per una questione di costi. Se si accentua questa dinamica, si snatura il ruolo delle residenze. La mortalità nei primi 30 giorni di ricovero si è impennata». Gli interventi dei tecnici e della politica

Aula Bussolati gremita, alla Liuc di Castellanza, per il convegno sulle Rsa

Aula Bussolati gremita, alla Liuc di Castellanza, per il convegno sulle Rsa

Sofferenza delle Rsa, sofferenza nelle Rsa. Colpiscono alcuni dei dati snocciolati dal professor Antonio Sebastiano (direttore dell’Osservatorio sulle Residenze sanitarie assistenziali della Liuc Business school) al convegno “Oltre la pandemia, Rsa protagoniste del territorio”. Complice il Covid, ovviamente, ma lo scenario è complesso. Introduzione del magnifico rettore, Federico Visconti (accento posto sul buon management), poi parola ai relatori.

Luci e tante ombre, presentate in un’aula Bussolati affollata dagli operatori nel settore. «La mortalità degli ospiti nei primi 30 giorni di ricovero – ha fatto presente Sebastiano - è raddoppiata nel 2020, arrivando a quota 8,15 per cento. E ha superato il dieci per cento nel 2021. Il tasso di mortalità complessivo, nel 2020, è arrivato al 34 per cento, per poi calare sensibilmente l’anno dopo, segno di un’offerta rimasta solida». Il professore ha evidenziato tendenze significative: «Sono aumentati gli ospiti che provengono dall’ospedale, in un contesto che potremmo definire di “fine vita”, e sono diminuiti i tempi medi di degenza. Come mai? Le persone arrivano in Rsa sempre più tardi, presumibilmente per una questione di costi. Tanto più si accentua questa dinamica, quanto più si snatura il ruolo delle Rsa».

I bilanci sono, più o meno, sulle montagne russe. Ancora il professor Sebastiano: «Abbiamo analizzato un campione di 295 enti. Nel 2019 il 73 per cento ha chiuso in utile. L’anno dopo il 63 per cento è andato in perdita, nel 2021 si è registrata una netta ripresa ma un terzo degli enti ha chiuso comunque con il segno meno». Le speranze sul biennio 2022-2023 potrebbero essere frustrate: «Era considerato il periodo della ripresa ma forse non lo sarà, a causa dell’esplosione dei costi. Per l’energia elettrica, gli enti campionati hanno pagato poco più di sei milioni nel 2021 mentre, per l’anno in corso, si stimano 8,6 milioni. Molto peggio il gas: si passa da 5,3 milioni a 10,8». Come mantenere la barra a dritta? «Facendo crescere la spinta  manageriale e attivando leve gestionali che guardino al lungo periodo, ai prossimi dieci anni».  

Rosetta Gagliardo (dirigente Unità organizzativa rete territoriale, Direzione generale Welfare in Regione) ha tracciato il perimetro del tema in Lombardia. Che coinvolge 715 strutture con 57mila posti a contratto e una saturazione altalenante, di nuovo causa Covid: «Dal 99,1 per cento del 2019 all’87 nel 2020, con successiva crescita. Oggi siamo al 95,2 per cento». Davide Croce (direttore del Centro sull’economia e il management nella sanità e nel sociale della Liuc Business School) è intervenuto sulle Case di comunità. Ha, fra l’altro, sottolineato: «Ce ne sono 218, in Regione. Il processo ha funzionato più o meno così: “Costruisco le case e poi le riempio”.  Ora come ora sono soggette alla cultura dei direttori generali (delle Asst, Ndr) e dei direttori di distretto. Credo che dovrebbero concentrarsi solo sull’ambito sociosanitario, quello sanitario sarebbe importante se fossero “disagiate”, lontane dagli ospedali».

Sulla riforma della “non autosufficienza” è stato incentrato l’intervento di Cristiano Gori (ordinario di Politica sociale all’Università di Trento): «Se ne discute da 25 anni. Sarà una buona riforma se conterrà pochi punti chiave, nel rispetto dell’autonomia regionale. Essendo legata al Pnrr va approvata entro il 31 marzo. Ma si tratta della delega, poi ci sono i decreti, cioè la polpa, da approvare entro gennaio dell’anno prossimo. Obiettivi: creare un sistema il più possibile unitario e fare in modo che gli interventi siano adatti alle condizioni degli anziani non autosufficienti, cosa che oggi non sempre avviene». Beatrice Mazzoleni (segretario generale della Federazione nazionale ordine professioni infermieristiche) sul noto problema della carenza di personale: «Nelle strutture residenziali e semiresidenziali mancano circa 13mila infermieri, se ne laureano in tutto 12mila all’anno. Oggi la professione non risulta attrattiva per i giovani. Va detto che qualcosa si sta facendo, negli ultimi anni i posti nelle università sono cresciuti: più 5.000, ma il 25 per cento degli studenti abbandona».

Parola alla politica, si confrontano Emanuele Monti (presidente della Commissione Sanità e politiche sociali in Regione, Lega), Carlo Borghetti (vicepresidente del Consiglio regionale e componente della Commissione sanità, Pd) e Franco Lucente (anch’egli componente della Commissione sanità, Fdi), tutti e tre candidati alle imminenti elezioni. Stimolati dalle domande del professor Sebastiano, hanno convenuto su temi quali l'incentivazione nel reclutamento del personale, infermieri in primis (tema salariale condiviso da tutti, Monti ha parlato anche di una proposta, benvista dai sindacati di categoria, per eliminare il vincolo di esclusività nel rapporto di lavoro), valorizzare il ruolo delle Oss – Operatrici socio sanitarie, necessità di svecchiare le procedure di accreditamento e di sburocratizzare (ancora Monti: «Credo nel territorio, più avvicini il baricentro più la burocrazia cala»). Divergenza netta sui fondi per il comparto. Borghetti pensa di potere recuperare risorse, fra l’altro, chiudendo piccoli ospedali, considerati anacronistici. Lucente guarda a una revisione degli investimenti fatti. Monti è per un deciso cambio di prospettiva: «Più investimenti? Magari, ma servono persone più che maggiori risorse».

Stefano Tosi

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