Da diversi anni a questa parte, quando si parla di coltivazioni casalinghe, si chiama in causa sempre più spesso l’agricoltura idroponica, ossia quella che viene gestita fuori suolo (la sua origine risale ai tempi dell’antica Roma, per la precisione agli anni di comando dell’Imperatore Tiberio). Citarla vuol dire, per forza di cose, ricordare la possibilità di procedere con e senza substrato. Nel primo dei due casi appena ricordati, il substrato viene utilizzato per assorbire l’acqua e le sostanze nutritive in essa contenute. Per quanto riguarda i materiali di cui il substrato è costituito, rammentiamo che, nell’elenco, è possibile includere opzioni come l’argilla espansa, la vermiculite, la fibra di cocco.
A questo punto, è naturale chiedersi quali siano i consigli da seguire per scegliere il substrato giusto. Scopriamone assieme alcuni nelle prossime righe.
Focus sui cicli di irrigazione
Esistono diversi criteri da considerare quando si parla di scelta del substrato per la coltivazione idroponica casalinga. Tra questi, rientra il numero dei cicli di irrigazione. Nei casi in cui sono particolarmente frequenti, un’opzione molto vantaggiosa è l’argilla espansa. Come mai è raccomandata nei casi sopra menzionati? Perché si tratta di un materiale che non trattiene molta acqua.
Un’altra situazione in cui l’argilla espansa si presta bene come substrato in agricoltura idroponica riguarda le circostanze in cui è importante puntare al risparmio. Quando si ha a che fare con il suddetto prodotto, ottenuto cuocendo l’argilla sotto forma di pellet di forma rotonda, si inquadra infatti una tipologia di substrato che, dopo un’adeguata pulizia con aceto e/o acqua ossigenata, può essere riutilizzato senza problemi.
Le piante vanno spostate?
Un ulteriore criterio sul quale vale la pena di soffermarsi quando si parla di scelta del substrato migliore per le coltivazioni idroponiche riguarda la necessità o meno di spostare le piante. Nei casi in cui non si può fare a meno di farlo, un’alternativa molto apprezzata sia da chi ha dimestichezza con la tecnica sia da chi è alle prime armi è la lana di roccia, un materiale che trattiene poca acqua e che viene venduto sia in cubi, sia sotto forma di lastre.
Sostenibilità
La coltivazione idroponica rappresenta una scelta fatta spesso sulla scia della volontà di mettere in primo piano comportamenti sostenibili. In questi frangenti, un substrato molto amato è la fibra di cocco che, a differenza della poco fa citata lana di roccia, è biodegradabile. Consigliata quando si ha a che fare con coltivazioni idroponiche caratterizzate da irrigazione intermittente, è la scelta ideale nelle circostanze in cui si ha la necessità di stimolare le radici.
Stato di salute dell’utilizzatore
Nei casi in cui si hanno problemi di salute legati in particolare all’apparato respiratorio, è bene evitare di utilizzare come substrato la perlite. La sua polvere, infatti, non fa bene se respirata. Chi non ha problematiche come quelle sopra citate, quando la maneggia dovrebbe utilizzare una mascherina.
Tempo a disposizione
Anche il tempo che si ha a disposizione per occuparsi della coltivazione idroponica conta. Nei casi in cui non è tantissimo, un’ottima scelta per quanto riguarda il substrato è la ghiaia.
Dove acquistare
Se si cerca il massimo della qualità per quanto riguarda il substrato in coltivazione idroponica, è essenziale acquistare presso uno degli shop specializzati sia online che offline, come Idroponica.it. Così facendo, si possono ricevere anche i consigli giusti per quanto riguarda i mix. Nel caso della torba, è per esempio fondamentale rammentare il suo essere spesso associata a substrati come la vermiculite e la perlite. La si utilizza di frequente anche in associazione con la sabbia. Grazie allo staff delle realtà specializzate, è possibile avere le indicazioni specifiche anche per quanto riguarda le proporzioni tra i vari materiali con cui viene realizzato il substrato.