Si saliva al “localino”, una stanzetta sotto il tetto adibita a mini studio con batteria, basso, chitarra e scatole di uova alle pareti perché neppure una nota e un’intuizione sfuggissero all’esterno, da una scaletta del piccolo piazzale in ghiaia dove un grande albero sorvegliava le infinite discussioni di politica, giovinezza e desideri con Gaetano e Letizia, la sorgente dell’anima che prima i Fortune Teller, tambureggianti e "arrabbiati", e poi i 7Grani, soavi ma ugualmente inarrestabili come le nuvole nel cielo di primavera, hanno impresso in quelle canzoni che raccontano di risalita e cadute, sogni infranti e prigioni di neve, odio, ingiustizie, amore e riscatto.
Se i fratelli Settegrani Mauro, Flavio e Fabrizio sono più di un gruppo e di una famiglia, più di una canzone alla radio, più di un video che l’accompagna facendo a volte scendere una goccia di luce dagli occhi, lo sono perché in quel “più” è racchiuso un grande papà che, unico e inimitabile, ha sempre pensato che se una porta rimaneva chiusa, ce n’erano sempre molte altre da aprire, nella musica per i suoi figli, nella vita per tutti.
Quella porta di casa che Gaetano, lottatore caparbio per ciò in cui credeva ma dall’animo avvolgente e a volte travolgente, ha sempre lasciato spalancata a quello che forse, per un minuscolo o magari non troppo minuscolo spicchio di vita, ha considerato un po’ anche figlio suo e della sua Letizia.
Dalla Due Cavalli rossa alle pinete di San Vincenzo, dalla Buca delle fate a picco sul mare alla casa di Bizzarone dove il vento e il colore del mare, in fondo, erano ovunque, e dove c’era sempre un posto a tavola (e, in quella tavola, le melanzane di Letizia: buone così non ne esistevano altre al mondo), da “Neve diventeremo”, la canzone della vita, a quelle mie-nostre pagine di giornale che accendevano sempre una scintilla, tutto con Gaetano e Letizia aveva un sapore forte d’eterna gioventù e libertà, con quel “più”, appunto.
Gaetano se ne sarebbe potuto andare soltanto così, addormentandosi all’ospedale di Circolo una notte di qualche giorno fa, a 77 anni, sicuramente convinto di aver molto da fare da qualche altra parte.
“Ragazzi - sarà stata la prima cosa detta a chiunque si trovi in quest’altra parte - l’avete già sentito un gruppo fortissimo? Si chiamano 7Grani...”. Alza la musica, Gaetano, e non spegnerla più.