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Varese | 11 agosto 2022, 16:36

Ciao papà Settegrani, ora alza la musica e non spegnerla più

Se ne è andato a 77 anni e ha raggiunto la sua Letizia il papà di Mauro, Flavio e Fabrizio, i componenti della band cresciuta tra Varese e Bizzarone: Gaetano ha fatto sentire più di un gruppo e una famiglia i Settegrani. Dalla Due Cavalli rossa alla Buca delle Fate e alle pinete di San Vincenzo: la vita con te è stata tutta una canzone. La più bella

Gaetano Settegrani, salutato con una scritta sulla spiaggia da chi lo amava, ha raggiunto la sua Letizia

Gaetano Settegrani, salutato con una scritta sulla spiaggia da chi lo amava, ha raggiunto la sua Letizia

Si saliva al “localino”, una stanzetta sotto il tetto adibita a mini studio con batteria, basso, chitarra e scatole di uova alle pareti perché neppure una nota e un’intuizione sfuggissero all’esterno, da una scaletta del piccolo piazzale in ghiaia dove un grande albero sorvegliava le infinite discussioni di politica, giovinezza e desideri con Gaetano e Letizia, la sorgente dell’anima che prima i Fortune Teller, tambureggianti e "arrabbiati", e poi i 7Grani, soavi ma ugualmente inarrestabili come le nuvole nel cielo di primavera, hanno impresso in quelle canzoni che raccontano di risalita e cadute, sogni infranti e prigioni di neve, odio, ingiustizie, amore e riscatto. 

Se i fratelli Settegrani Mauro, Flavio e Fabrizio sono più di un gruppo e di una famiglia, più di una canzone alla radio, più di un video che l’accompagna facendo a volte scendere una goccia di luce dagli occhi, lo sono perché in quel “più” è racchiuso un grande papà che, unico e inimitabile, ha sempre pensato che se una porta rimaneva chiusa, ce n’erano sempre molte altre da aprire, nella musica per i suoi figli, nella vita per tutti. 

Quella porta di casa che Gaetano, lottatore caparbio per ciò in cui credeva ma dall’animo avvolgente e a volte travolgente, ha sempre lasciato spalancata a quello che forse, per un minuscolo o magari non troppo minuscolo spicchio di vita, ha considerato un po’ anche figlio suo e della sua Letizia.

Dalla Due Cavalli rossa alle pinete di San Vincenzo, dalla Buca delle fate a picco sul mare alla casa di Bizzarone dove il vento e il colore del mare, in fondo, erano ovunque, e dove c’era sempre un posto a tavola (e, in quella tavola, le melanzane di Letizia: buone così non ne esistevano altre al mondo), da “Neve diventeremo”, la canzone della vita, a quelle mie-nostre pagine di giornale che accendevano sempre una scintilla, tutto con Gaetano e Letizia aveva un sapore forte d’eterna gioventù e libertà, con quel “più”, appunto.

Gaetano se ne sarebbe potuto andare soltanto così, addormentandosi all’ospedale di Circolo una notte di qualche giorno fa, a 77 anni, sicuramente convinto di aver molto da fare da qualche altra parte. 

“Ragazzi - sarà stata la prima cosa detta a chiunque si trovi in quest’altra parte - l’avete già sentito un gruppo fortissimo? Si chiamano 7Grani...”. Alza la musica, Gaetano, e non spegnerla più.

Andrea Confalonieri

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