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Enogastronomia | 26 giugno 2022, 14:50

Dalle aule del De Filippi a Joia, primo ristorante vegetariano in Italia. «A contatto con la natura è nata la mia passione in cucina»

Un sogno nato durante l’infanzia è diventato realtà per il giovane cuoco Francesco Lain: dal suo piccolo comune che sfocia nella laguna veneziana al Mastery in La Grande Cucina Italiana promosso dall’istituto alberghiero della nostra città e allo stage milanese nel ristorante di Pietro Leeman. Con un'aspirazione ancora più grande: una sua attività legata al territorio che gli consenta di fare ricerca

Dalle aule del De Filippi a Joia, primo ristorante vegetariano in Italia. «A contatto con la natura è nata la mia passione in cucina»

Joia. Per Francesco Lain, giovane cuoco veneto, questa parola non significa solo “gioia”. Significa anche “passione che diventa realtà”.

Sì, perché proprio al Ristorante Joia di Pietro Leemann, a Milano, il ragazzo ha iniziato uno stage che, spera, lo porterà lontano.

Una passione da coltivare

«Fin da piccolo, ho avuto la passione per la cucina, anche grazie al fatto che ho sempre vissuto a contatto con la natura. Abito in Veneto, in un piccolo comune che sfocia sulla laguna veneziana, ho frequentato una scuola alberghiera lì vicino. Tramite un contatto dell’Accademia Gualtiero Marchesi, sono venuto a conoscenza del Mastery in La Grande Cucina italiana dell’Istituto De Filippi e mi sono iscritto», ha raccontato Francesco, entusiasta dell’opportunità che questo corso gli ha dato.

Il Mastery è fondamentale per la crescita professionale

«Vale davvero la pena frequentare il Mastery, le alte aspettative che avevo si sono confermate, ho avuto modo di lavorare con chef di grande esperienza, che hanno tanto da trasmettere. Anche l’esperienza che sto facendo adesso è un tassello fondamentale per il mio bagaglio professionale», soprattutto per un ragazzo legato al territorio che ha avuto la possibilità di entrare nell’unico ristorante vegetariano stellato in Italia.

«In futuro – prosegue, infatti, Francesco – conto di aprire, dopo varie esperienze, una mia realtà legata ai vegetali, agli animali, ma in cui possa fare anche tanta ricerca. Mi piacerebbe anche lavorare in altri posti non in Italia, per imparare competenze specifiche».

Competenze, valore e stagionalità

Infine, il giovane cuoco riflette sull’importanza dell’esperienza formativa da poco conclusa: «Da quando ho fatto il Mastery, sono consapevole del fatto che questo non sia un lavoro semplice, c’è bisogno di basi solide che, durante il corso, vengono fornite da persone che hanno vissuto sulla loro pelle le nostre esperienze, quando vieni catapultato in mondo stellato non ti trovi come pesce fuor d’acqua, sei stato preparato anche a livello di comportamenti. Credo che questo sia un gran lavoro che deve essere valorizzato da parte di persone competenti, che rispettino i cicli della natura e facciano capire alla gente che il cibo è stagionale».

Giulia Nicora

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