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Calcio | 10 aprile 2022, 19:44

«Con lui perdo l'amico di un momento storico e indimenticabile del Varese»

Pietro Carmignani ricorda Angelo Rimbano, compagno di mille battaglie tra i biancorossi degli anni 70 e nel Napoli, scomparso a 73 anni: «Nella carriera di manager ha messo la stessa meticolosità che ha avuto nel calcio»

«Con lui perdo l'amico di un momento storico e indimenticabile del Varese»

È morto a Bologna a 73 anni Angelo Rimbano, terzino sinistro che giocò nel Varese dal 1968 per 4 stagioni, collezionando 110 presenze, per poi andare al Napoli e al Bologna, dove fu protagonista di una vittoria in coppa Italia, giocando tra gli altri con Eraldo Pecci e Franco Colomba, prima di tornare sotto il Sacro Monte nel 1975/76.

Smise presto di giocare, a 29 anni, per intraprendere con grande successo la carriera di manager nell’azienda della moglie Daniela, sorella dell'ex patron della Fortitudo Bologna Giorgio Seragnoli. 

Con Pietro Carmignani, che condivise con Angelo la carriera nel Varese e nel Napoli, vogliamo ricordare la figura di questo uomo sportivo, leale, sincero, schietto e riservato.

«Nel periodo biancorosso - racconta Carmignani - stavamo sempre insieme ed alloggiavamo preso l’abitazione che Giovanni Borghi ci aveva messo a disposizione. Eravamo con Morini, Dolci e Riccardo Sogliano. Angelo era una persona riservata, amava molto leggere, era molto preciso e meticoloso negli allenamenti. Tra di noi in campo eravamo soliti bisticciare bonariamente, come spesso accade tra il portiere ed il difensore, ma poi, finita la partita, tutto tornava com prima. A Napoli abitavamo nello stesso palazzo e, non essendo ancora sposato con Daniela, era spesso a cena a casa mia. Sono stato anche al suo matrimonio». 

«Metteva al primo posto la famiglia, sempre, non il calcio. Ricordo che una volta ricevette una telefonata: non stava bene la nonna della moglie... Si precipitò a casa e per questo ebbe problemi con la società. Smise di giocare giovane, per andare a lavorare nella azienda Seragnoli: lì fece la gavetta sino ad arrivare ai vertici della dirigenza, grazie al suo puntiglio e alla sua determinazione».

«Sono sconvolto dalla notizia - chiude l'ex portiere - con lui perdo un amico di un momento storico e indimenticabile del calcio biancorosso».

Claudio Ferretti


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