Se avete bisogno di uno sguardo per battere l'Imperia, voi laggiù sul campo del Franco Ossola, domenica cercatelo lassù, sui seggiolini della tribuna laterale sud dove ci sarà un figlio, per la prima volta nella vita, senza il suo e il nostro padre biancorosso.
1966-2022: se ne va un pezzo della storia d'amore per il Varese. Quello che un giocatore, un allenatore o un dirigente vuole sapere sulla fedeltà, sulla passione e sui sacrifici per i colori biancorossi, sarà scritto sul cuscino che giovedì alle 15 nella chiesa parrocchiale di Caravate accompagnerà nell'ultimo viaggio Pietro Bonvini: "Passione Biancorossa: 1966-2022".
Pietro se ne è andato ieri a 96 anni dopo averne vissuti 56 su un gradone o un seggiolino del Franco Ossola, sempre accanto a suo figlio Luciano, quasi fossero la stessa cosa (sicuramente lo stesso amore, lo stesso cuore, lo stesso spirito biancorosso). Se ne è andato dopo aver giocato la sua partita fino in fondo, credendoci sempre, anche quando tutti gli altri non l'avrebbero fatto: era allo stadio a vedere il Novara, e c'era anche l'anno scorso a comprare il biglietto nella prima partita in cui il pubblico poteva tornare al suo posto, contro il Bra, davanti al botteghino della prevendita aperto il sabato mattina perché, dopo 8 mesi senza pubblico a causa del Covid, non ce la faceva più a stare lontano da "casa", ovviamente accanto al suo Pietro (clicca e leggi QUI).
Non ha mai chiesto nulla, ha sempre dato tutto. Si è sempre conquistato il suo posto e il suo biglietto, dal 1966 in curva al 2022 con il Novara. Arrivava in curva in pullman da Caravate per vedere la serie A, insieme a Luciano (a volte, sembrava impossibile distinguere il figlio dal padre, come fossero racchiusi in una goccia d'acqua biancorossa).
Lavorava alla Inda, dove tutti erano abbonati al Varese ai tempi di Borghi (come lo erano i dipendenti delle aziende che hanno sostenuto nei decenni il club, e questo è un altro insegnamento moderno). Se ne andrà dopodomani a Caravate con quel cuscino dipinto dai colori del suo cuore con cui Luciano lo accompagnerà nell'ultimo viaggio. Con quella scritta, "Passione biancorossa, 1966-2022", che pochissimi altri, o forse nessuno, potranno vantare, da qui all'eternità.
Da dietro la rete sotto la tribuna, dove Pietro e Luciano hanno visto la partita con il Novara perché era troppo dura, per il papà, salire tutti quei gradon - così come accadde a Lario e Marisa, e prima ancora a Ottavio - è stato detto: «Nessuno può rubarci una partita, o il nostro Varese. Andiamo a riprenderci tutto». Le ultime parole di Pietro sono le prime da ricordarsi. Quando sembra che sia finita, ricomincia la salita.
Resta sempre con noi, grande cuore biancorosso.
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Calcio | 22 febbraio 2022, 22:03
Dal 1966 alla partita con il Novara, una vita da tifoso: addio a Pietro Bonvini, icona di passione. «Quando pensano di rubarci qualcosa, noi andiamo a riprenderci tutto»
Se ne è andato a 96 anni il più straordinario dei tifosi del Varese: Pietro Bonvini da Caravate era ancora allo stadio contro la capolista insieme al figlio Luciano, con cui ha condiviso una vita d'amore per questi colori al Franco Ossola. Giovedì l'ultimo saluto a Caravate con un cuscino biancorosso su cui ci sarà scritto: "Passione Biancorossa, 1966-2022"

Luciano Bonvini con papà Pietro, 96 anni, dopo l'acquisto dei biglietti in prevendita l'anno scorso al Franco Ossola per la prima gara dopo 8 mesi in presenza del pubblico, contro il Bra. Loro non sono mai mancati
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