Se ne è andato silenziosamente, come è sempre stato.
«Quello che è accaduto non ha spento solo la vita di Alex ma ha aperto una ferita in una mamma, in un papà, in Valentina, nei nonni. Ora c'è solo il silenzio che noi tutti possiamo colmare con il ricordo, con l'affetto, con l'amore. È il momento di fermarci qui, oggi»: nelle parole di don Maurizio Cantù, ma anche attorno alla chiesa parrocchiale di Voltorre, c'è soprattutto il silenzio chiesto dalla famiglia di Alex Ronzani, il ragazzo di 22 anni scomparso in un tragico incidente a bordo della sua moto venerdì scorso tra Comerio e Gavirate.
C'è una scelta dolorosa e rara: dimostrare con il silenzio e con un gesto, che vale più di quegli applausi non richiesti e non necessari, e con quell'uscita laterale di tutti dalla chiesa composta e solitaria - mentre Alex dalla porta principale veniva accompagnato semplicemente, brevemente e silenziosamente nel suo ultimo viaggio - l'amore nei confronti del modo di essere e di vivere, vero e reale, di questo figlio di Voltorre.
«Il papà e la mamma chiedono di dare un messaggio di speranza proprio in questo momento attraverso un’offerta all'istituto pediatrico Gaslini di Genova nella cassetta che trovate fuori dalla chiesa» ha aggiunto ancora don Maurizio, riempiendo un pomeriggio vuoto di una luce diversa. Quella che sarebbe piaciuta ad Alex: parlare senza far rumore, attraverso un segno che arriva lontano, oltre ogni discorso, oggi più che mai inutile.
Nella fissità e nella calma di quest'addio c'è qualcosa che stupisce e commuove. C'è l'anima bella di Alex che non ha mai fatto scalpore ma ha sempre lasciato attorno a sé una piccola speranza, una grande leggerezza, una preziosa gentilezza: perfino ora.