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Salute | 15 marzo 2021, 13:15

Coronavirus, sale la pressione sugli ospedali. Nei reparti dell'Asst Sette Laghi 309 ricoverati, 28 sono in terapia intensiva

Pazienti in crescita nelle strutture del Circolo, di Tradate e di Angera: nei giorni scorsi si sono registrati anche 30 ricoveri giornalieri. Dal 12 ottobre assistite 3.711 persone positive al virus

Uno dei reparti Covid del Circolo

Uno dei reparti Covid del Circolo

Continua a crescere la pressione sugli ospedali del Varesotto sul fronte del Coronavirus. I ricoveri di pazienti positivi al virus nelle strutture dell'Asst dei Sette Laghi sono ormai in risalita continua da giorni.

L'ultimo aggiornamento, quello di questa mattina, registra 309 pazienti Covid negli ospedali di Circolo, Tradate e Angera e Del Ponte (qui solo poche unità in ostetricia, ginecologia e pediatria). Di questi 28 risultano in terapia intensiva (lunedì scorso erano 21), mentre 27 necessitano dell'assistenza respiratoria mediante caschi Cpap (sette giorni fa erano 28, ma giovedì il loro numero era salito a 37). Nella pressoché totalità dei casi si tratta di persone residenti nella nostra provincia.

Numeri in risalita: sabato i ricoverati complessivi erano 281, lunedì scorso 260. Un aumento evidente che nei giorni scorsi ha fatto segnare anche trenta ricoveri al giorno al netto dei pazienti dimessi, che per fortuna non mancano. A far capire la portata dello sforzo che il personale sanitario dell'Asst Sette Laghi sta compiendo è il numero dei pazienti ricoverati per le patologie ordinare, negativi al Covid: sono 608. Significa quindi che un terzo dei malati assistiti in ospedale è ricoverato per (o con) il Coronavirus

Dal 12 ottobre, all'inizio della seconda ondata, sono stati trattati nelle strutture dell'Asst Sette Laghi 3.711 pazienti Covid. Un numero enorme, che ha richiesto sforzi sanitari, organizzativi e logistici non indifferenti. Soprattutto durante il terribile mese di novembre, quando i pazienti positivi erano arrivati a sfiorare le 650 unità. Cifre record da "tsunami" che per ora sembrano ancora lontane. E che si spera restino tali.

Bruno Melazzini

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