Mentre le auto riempivano il parcheggio di via Bernardino Luini per lo shopping natalizio, in pieno centro a Varese, ieri sera una fila di persone si componeva lentamente con il buio, non perché avesse qualcosa da nascondere, a testa alta, in silenzio e con grande dignità: alcuni con qualche sacchetto e altri con una valigia dove contenere anche indumenti e oggetti cari. Sono gli "angeli" che, ogni sera alle 18, quando inizia la distribuzione dei pasti caldi, si materializzano e si posizionano in una colonna ordinatissima che, dall'ingresso dell'Istituto Addolorata dove ad attenderli ci sono le suore della Riparazione, si allunga in silenzio a volte fino al termine della via.
Degli angeli in fila, pochissimi parlano, mentre un addetto in pettorina gialla si assicura che tutti abbiano la mascherina sul volto: ieri sera erano in maggioranza donne (tra loro ci sono anche lavoratrici straniere) dall'età media - apparentemente - tra i quaranta e i cinquant'anni, anche se a colpire, al di là del silenzio e del senso di attesa per qualcosa che, purtroppo, dev'essere ormai vissuto con abitudinarietà, è la compostezza con cui la fila arriva al cancello, prima di svoltare leggermente a sinistra dove una suora accoglie tutti con una parola, un sorriso e un dono ancora più grande del pasto che di lì a poco tutti quanti riceveranno. Ed è la normalità di un gesto, forse, minuscolo, eppure così eccezionale e determinante.
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