La strategia più efficace contro molte patologie si chiama prevenzione. Gli obiettivi sono la riduzione del rischio di ammalarsi attraverso la prevenzione attiva, adottando uno stile di vita salutare, e attraverso la diagnosi precoce, che permette di intercettare le eventuali malattie in tempo utile per curarle al meglio.
Al Centro Polispecialistico Beccaria il mese di ottobre è dedicato all'alimentazione e alla prevenzione di patologie legate a stili di vita inappropriati, come una dieta non equilibrata, fumo e sedentarietà.
Abbiamo incontrato il dottor Maurizio Calegari per parlare della sindrome metabolica e della disbiosi intestinale. Laureato in medicina e chirurgia all’università di Varese e specializzato in scienza dell’alimentazione all’università di Pavia, il dottor Calegari svolge dal 2007 l’attività di medico dietologo come libero professionista. Si occupa di nutrizione umana sia nel soggetto sano che in quello affetto da patologie, prestando particolare attenzione alle malattie metaboliche, alla disbiosi intestinale e alla nutrizione in ambito sportivo. È docente in ambito nutrizionale in corsi di studio post-lauream.
Che cos'è la sindrome metabolica?
La sindrome metabolica, innanzitutto non è una patologia, ma è una condizione clinica caratterizzata dalla coesistenza di più fattori che possono predisporre verso l'insorgenza di determinate patologie, prevalentemente a carattere cerebro e cardiovascolare e diabete. Questo insieme di fattori da cosa è determinato? Sicuramente è determinato da una predisposizione genetica su cui non è possibile intervenire direttamente. Inoltre è determinato da un'alimentazione scorretta e dalla sedentarietà. Entrando più nello specifico, la sindrome metabolica è detta anche, sindrome da insulino-resistenza. La resistenza all’insulina è fondamentale nell’insorgenza non solo di iperglicemia e diabete, ma anche della dislipidemia e dell’ipertensione.
Che sintomi dà la sindrome metabolica?
I sintomi non ci sono e questo rappresenta un problema. In assenza di una sintomatologia specifica, bisogna quindi prestare particolare attenzione ad alcuni parametri come obesità addominale, ipertensione, iperglicemia, elevati livelli di trigliceridi nel sangue, bassi livelli di colesterolo Hdl. Se si riscontrano almeno tre di questi valori allora si può parlare di sindrome metabolica.
Quale può essere la soluzione per evitare l'insorgenza della sindrome metabolica?
Sostanzialmente, a parte il trattamento specifico delle patologie correlate, la soluzione più immediata è quella di correggere il proprio stile di vita, evitando il sovrappeso e l'obesità, ma soprattutto, svolgendo regolare attività fisica e seguendo una dieta bilanciata che preveda una riduzione di cibi e bevande eccessivamente calorici e privilegiando il consumo di frutta e verdura e fibre. Sicuramente la dieta Mediterranea è la più indicata.
Cosa si intende per disbiosi?
La disbiosi la possiamo definire come un'alterazione della flora batterica intestinale che va direttamente o indirettamente ad inficiare anche la qualità della vita. Diciamo che la flora batterica intestinale varia da individuo a individuo ed è trasmessa geneticamente come una sorta di impronta digitale. La flora batterica intestinale è formata da un insieme di miliardi di batteri che formano un organo a sé stante di quasi 1,5 kg, chiamato microbiota, che normalmente è più concentrato in aree specifiche, quali la regione tra ileo e cieco e la regione rettale. I batteri che “abitano” il nostro intestino, ne regolano le normali funzionalità e sono fondamentali per la nostra salute. Per disbiosi intestinale si intende genericamente una prevalenza di batteri con un’azione aggressiva sulla mucosa che possono contribuire all'insorgenza e esacerbare alcune patologie.
Come riconoscere la disbiosi?
I campanelli d'allarme di una disbiosi intestinale in atto, sono legati ad una cattiva digestione, alla sensazione di intestino ingombro, al gonfiore addominale e ad episodi ripetuti di diarrea o stitichezza. La disbiosi intestinale può essere provocata anche da patologie di tipo infiammatorio o infettivo, che si manifestano con anomalie nelle secrezioni. Pertanto è molto importante non sottovalutare mai la sintomatologia intestinale.
Come si può intervenire in caso di disbiosi intestinale?
Se si riscontrano episodi soventi di disturbo intestinale o si accerta che vi sia un reale squilibrio della flora intestinale ci si può orientare verso un esame colonscopico per escludere patologie significative. Però ci sono ANCHE test mirati MOLTO specifici, come il “disbiosi test” che consiste nel semplice esame delle urine o il “breath test al lattulosio” che consente di misurare la capacità di assorbimento dei gas da parte dell’intestino. Una volta accertata una disbiosi intestinale, di norma si prescrive una terapia a base di prebiotici e/o probiotici, i cosiddetti “fermenti lattici” che aiutano a riequilibrare la popolazione batterica dell’intestino. A questi, va associata una dieta possibilmente ricca di fibre, cereali, frutta, verdura e grassi buoni, limitando in maniera sensibile le proteine di origine animale, con particolare riferimento a carni rosse, affettati, formaggi, in modo da controllare la quantità di sostanze in grado di alterare la flora intestinale. Naturalmente possono essere prescritti poi dei farmaci specifici che favoriscano il riequilibrio dei microbioti, abbassando il livello dei batteri negativi e rialzando quello dei simbionti. Però ad oggi non esiste ancora una vera e propria terapia specifica.
















