/ Varese

Varese | 30 settembre 2020, 11:01

FOTO e VIDEO. In Questura a Varese arriva Monnalisa, una sala protetta per le vittime di abusi e violenze di genere

Gli spazi, che garantiranno un ambiente sicuro e familiare a chi ha vissuto una storia di dolore, realizzati grazie al contributo di Alfredo e Lella Ambrosetti: «Ci piace pensare che questo locale possa diventare il punto di svolta della vita di chi soffre e chiede giustizia»

FOTO e VIDEO. In Questura a Varese arriva Monnalisa, una sala protetta per le vittime di abusi e violenze di genere

Una sala completamente dedicata all'ascolto delle vittime dei reati di genere. Si chiama Monnalisa agevolerà le audizioni protette di chi ha subito reati odiosi perché colpiscono i più deboli. A presentarla ufficialmente, questa mattina in Questura a Varese, è stato il questore Giovanni Pepè insieme alla dirigente dell'Anticrime Angela De Santis.

La sala è stata allestita proprio negli spazi della Divisione Anticrimine, ma non sembra un ufficio di polizia. Sono spazi caldi, raccolti, arredati come una stanza di appartamento: i locali sono stati realizzati dall'architetto Elisabetta Cortesi infatti per creare un ambiente sicuro e familiare, che metta a proprio agio le persone che hanno vissuto una storia di dolore e di sofferenza, come minori e donne vittime di abusi e di violenza. Un modo per allentare il trauma e tutelare privacy e componente psicologica. Monnalisa insomma farà sì che queste persone, all’interno di un ufficio di polizia, si possano sentire accolte come in una casa.

Il locale è stato creato anche grazie al contributo dei coniugi Alfredo e Lella Ambrosetti, presente alla cerimonia, e rappresenta un simbolo concreto della costante e continua attenzione e dell'impegno prioritario che la Polizia di Stato e la Questura di Varese giornalmente attuano a supporto dei più deboli.

«Abbiamo voluto creare questi spazi - ha detto il questore Giovanni Pepè durante la presentazione -  per contribuire a mettere le donne a proprio agio nel denunciare episodi di violenza. Un'idea che abbiamo condiviso con il cavalier Ambrosetti, che ha subito fatto proprio il progetto con entusiasmo».

«Grazie al dottor Pepè e alla dottoressa De Santis - hanno detto i coniugi Ambrosetti - per averci dato la possibilità di aiutare le donne vittime di violenza. In questo locale queste persone saranno seguite con amore, competenza e determinazione di dare a loro la giustizia che meritano. Ci piace pensare però che questo locale possa diventare il punto di svolta della vita di queste persone, uscendo più forte e determinate a ricominciare una nuova vita».

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore