Il sindaco di Varese, Davide Galimberti, è intervenuto con parole forti sul suo profilo Facebook ufficiale parlando delle ulteriori aperture previste per lunedì e delle mancanze di regole chiare e tempestive da parte della Regione Lombardia. «Non si scherza con la vita dei cittadini» esordisce il sindaco. «Nessuno tra sindaci, imprenditori e cittadini vede segnali di chiarezza e sicurezza da parte della Regione Lombardia - aggiunge Galimberti - le regole della riapertura, più volte cambiate, sono nella nebbia: imprenditori e lavoratori rischiano di non avere il tempo di mettersi nelle condizioni di ripartire in sicurezza».
L'intervento del sindaco di Varese.
Non si scherza con la vita dei cittadini. Da lunedì 18 maggio teoricamente molte attività economiche e quindi anche molti lavoratori e moltissimi cittadini saranno di nuovo in movimento. Ed è naturalmente un bene il ritorno ad una parzialissima normalità che ricomincia a mettere in moto la vita della gente a Varese come altrove.
Noi tutti nelle istituzioni come nelle aziende e tra la gente siamo pronti a farlo e stiamo già facendo di tutto perché questo passo decisivo si realizzi in sicurezza. Nessuno tra sindaci, imprenditori e cittadini vede segnali di chiarezza e sicurezza da parte della Regione Lombardia.
Le regole di riapertura sono state più volte cambiate e ancora oggi sempre per scelta autonoma della Regione sono nella nebbia e gli imprenditori e i lavoratori rischiano di non avere neanche il tempo a causa di queste incertezze di mettersi nelle condizioni di ripartire con le giuste misure di sicurezza. Una cosa inaccettabile e che sta a metà tra una gravissima mancanza di senso di responsabilità e una assoluta, ancora più grave, confusione.
Questo accade peraltro quando il resto del Paese sta chiudendo i reparti Covid-19 e azzerando in alcune province o regioni i decessi e riducendo al minimo i nuovi contagi, mentre in Lombardia ancora venerdì 15 maggio si registrano proporzioni tra infetti nuovi e decessi nuovi in un giorno spaventose. 229 infetti in più e 115 morti in più.
Esiste purtroppo una specificità lombarda che ormai dopo tre mesi non si può più imputare al numero di casi generati dal focolaio di Codogno o alla mobilità e iperattività dei lombardi. Ed è un dato numerico, non un’opinione interpretabile. In una condizione così grave non dare per tempo regole certe e messaggi univoci è sconcertante e pericoloso.
Come varesini, come istituzioni responsabili della vita dei propri cittadini e come lombardi orgogliosi di esserlo, pretendiamo che la nostra Regione si assuma la responsabilità di fare scelte chiare e precise a tutela sia della salute che del lavoro e della ripresa economica. Perché se continua a non farlo e a trovare sempre un colpevole a Roma o addirittura nei cittadini determinerà ancora di più un disastro economico e sociale oltre ad aggravare quello sanitario.
Io ho fiducia nella Regione Lombardia e nei lombardi. Che chi li rappresenti sia all'altezza di questa fiducia e difenda vite e vita di tutti noi. Ora o mai più.
Davide Galimberti
Sindaco di Varese














