Lutto nel mondo del giornalismo varesino: è morto, colpito da un malore improvviso nella mattinata di oggi, Maniglio Botti, storica colonna della Prealpina e volto dell'informazione della provincia di Varese. Aveva 70 anni.
Cronista di razza e profondo conoscitore del territorio che raccontava, Maniglio Botti lascia un profondo vuoto tra i tanti colleghi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Dopo una vita trascorsa alla Prealpina, dove si occupava della cronaca di provincia, da alcuni anni Botti collaborava con Radio Missione Francescana, partecipando alle rassegne stampe del mattino insieme ai colleghi e ultimamente con degli articoli per RMF Online. Una passione per il mestiere di cronista, ma anche un amore sviscerato per la musica e la cultura in generale, tanto da essere stato animatore dell'associazione Il Cavedio.
«Ci conoscevamo dai tempi del liceo: persona di garbo e di cultura - lo ricorda Marco Dal Fior, collega di Botti dietro i microfoni di RMF - Maniglio era un professionista vero perché amava raccontare con estrema precisione il territorio dove viveva. Lo ricordo come un grande organizzatore, un giornalista preciso e animato da grande passione. In radio la sua presenza era una garanzia perché conosceva ogni angolo di Varese e della sua provincia: ogni fatto, ogni storia, ogni episodio era passato dalla sua scrivania di via Tamagno. Una conoscenza del territorio che davvero in pochissimi potevano vantare».
Un esempio, di uomo e di professionista, per chi oggi vuole seguirne le orme nel giornalismo: «Sul lavoro mi ha sempre colpito la sua precisione, la sua attenzione e la sua preparazione. In un'era come quella di oggi dove vige il pressapochismo, Maniglio, ragazzo di Masnago, non parlava per apparire ma perché sapeva».
Anche il sindaco di Varese, Davide Galimberti, ha voluto ricordarlo con un messaggio: «Ci lascia un Giornalista, uno di quelli con la G maiuscola. Era un signore – le parole del sindaco – un professionista capace di raccontare davvero la quotidianità di Varese e quella di migliaia di varesini. Raccontava la realtà e lo faceva mettendo al servizio di tutti la sua cultura. Alla moglie e ai figli va il mio abbraccio personale e quello di tutta la sua Varese».














