A partire dal 15 dicembre, ASST Sette Laghi, grazie alla formula della coprogettazione con il Terzo Settore, ha avviato il progetto “Bed Blockers – Grandi Anziani”, un nuovo percorso di degenza post-acuta della durata di 12 mesi, finanziato da Regione Lombardia. Il progetto è rivolto a pazienti anziani clinicamente stabili ma non ancora dimissibili dall’ospedale per motivazioni prevalentemente di natura sociale o assistenziale.
Il termine “bed blocker” è un’espressione tecnica che descrive un fenomeno sociale che mette in difficoltà il sistema ospedaliero, in particolare i reparti di Medicina, ma che soprattutto si traduce in un percorso di cura non ottimale per una specifica categoria di pazienti. I bed blocker sono in larga parte persone anziane che, pur avendo superato la fase acuta della malattia, restano ricoverate a causa dell’assenza di una rete familiare o di soluzioni assistenziali adeguate, determinando un utilizzo non appropriato dei posti letto ospedalieri.
“La degenza ospedaliera comporta sempre dei rischi per i pazienti più anziani» – spiega il Prof. Francesco Dentali, Direttore del Dipartimento di Area Medica di ASST Sette Laghi, Docente all'Università dell'Insubria e promotore del progetto insieme al Direttore Sociosanitario, Giuseppe Calicchio, e al Direttore della DAPSS, Antonio Staffa – Il più frequente è il delirium, una condizione caratterizzata da disorientamento e perdita di lucidità, che può insorgere a seguito della permanenza prolungata in un ambiente asettico come quello ospedaliero, dove vengono meno le routine che scandiscono la vita quotidiana. Quando non sussistono necessità cliniche ospedaliere e le condizioni di salute lo consentono, è opportuno che il paziente venga accolto in un setting extraospedaliero più appropriato”.
Il progetto “Bed Blockers” prevede 12 posti letto sociosanitari nella RSA Sacro Monte di Varese. Si tratta di una degenza a bassa intensità clinica e ad alta integrazione sociale, destinata a pazienti stabilizzati da almeno 72 ore dopo un ricovero per patologia acuta risolta o compensata. La durata della permanenza può arrivare fino a 45 giorni, estendibili a 60, il tempo necessario per individuare una soluzione domiciliare o residenziale adeguata.
“L’assistenza è garantita da un’équipe multiprofessionale composta da medico, infermiere, assistente sociale, fisioterapista ed educatore professionale, che lavora in modo integrato per assicurare continuità delle cure, mantenimento delle capacità funzionali e un accompagnamento adeguato alla dimissione» – spiega la Dott.ssa Monica Gianni, Responsabile SSD Cure Subacute di ASST Sette Laghi e coordinatrice del Progetto – ASST Sette Laghi in questo contesto mette a disposizione, per sei ore alla settimana, personale medico dei reparti di Medicina Interna e Sub-acute per la valutazione dei pazienti”.
“Grazie a questo progetto, reso possibile dalla grande sinergia tra le strutture aziendali coinvolte e l’ente del Terzo Settore che ha partecipato alla coprogettazione, possiamo attivare in via sperimentale un percorso che consentirà di liberare posti letto per acuti e sub-acuti in area medica, ridurre i tempi di degenza e contrastare il fenomeno del boarding nei Pronto Soccorso, migliorando l’efficienza complessiva del sistema ospedaliero e la presa in carico dei pazienti più fragili. – Dichiara il Dott. Giuseppe Calicchio - Al tempo stesso, questa iniziativa consentirà di rafforzerà la qualità dell’assistenza rivolta ai pazienti anziani che non necessitano di cure sociosanitarie, valorizzando il continuum territorio-ospedale come asse strategico, in piena coerenza con la progettualità di Regione Lombardia”.














