La decisione del Consiglio Federale di riaprire ulteriori valichi con l’Italia - questa mattina è toccato alle dogane di Ponte Faloppia Novazzano, Maslianico Pizzamiglio e Bizzarone Brusata, Re Camedo (leggi qui) – ha mandato su tutte il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi che si è sfogato con un lungo post dal titolo «Stop invasione!».
Lorenzo Quadri è convinto che «i vicini a sud hanno decisamente passato il limite – scrive - L’ultima iniziativa italica è davvero allucinante: hanno chiuso le frontiere e le tengono sigillate. Hanno fatto bene. Le frontiere devono poter essere chiuse. Però i vicini a sud, che hanno legittimamente chiuso i propri confini, pretendono dagli svizzerotti che spalanchino i propri valichi ai frontalieri. Tutti. Senza alcun controllo. Senza alcun filtro. Perché è intollerabile che i permessi G debbano sorbirsi code in dogana».
In altre parole: «Gli svizzeri non hanno il diritto di impestare gli italiani, ma loro hanno il diritto di impestare noi - continua - Ed infatti, nel caso qualcuno se ne fosse dimenticato, ricordiamo che il Ticino è stato impestato dalla Lombardia a causa delle frontiere spalancate. Lo stramaledetto virus cinese non è arrivato in casa nostra su un meteorite caduto da Marte. Loro chiudono e noi apriamo?».
Far entrare indiscriminatamente in Svizzera chi ha un permesso di lavoro significa per Quadri creare un enorme flusso di transito transfrontaliero a senso unico tra Italia e Ticino. «L’invasione italica di questo sfigatissimo Cantone prosegue. Da notare che il permesso G permette agli “azzurri” di entrare in Ticino per qualsiasi motivo. Mica solo per lavorare. Anche per farsi una passeggiata o per fare shopping. Ne abbiamo piene le scuffie di farci prendere per i fondelli. Non solo la Svizzera non deve aprire ulteriori valichi ai frontalieri, ma l’afflusso di frontalieri deve rimanere sottoposto a stringenti controlli ed il più possibile limitato. Questo per ovvi motivi sanitari, certamente comprensibili anche alle autorità italiane che infatti li invocano ad ogni piè sospinto per non fare entrare noi. I frontalieri non vogliono fare code ai valichi? Stiano a casa loro. Almeno la metà di essi è in esubero. Con la crisi economica ed occupazionale che ci aspetta per colpa dello stramaledetto virus cinese, non si faticherà di sicuro a trovare dei lavoratori ticinesi disposti a sostituirli. Specialmente nel terziario».