Varese 2.0 spiega la sua posizione difforme dalla maggioranza e i suoi "no" in Commissione Urbanistica alla proposta di insediamento del Centro Polispecialistico di Biumo Inferiore (leggi QUI) e del progetto di via Peschiera e via Dalmazia. Ecco il comunicato della civica di cui fa parte il vicesindaco Daniele Zanzi.
A seguito delle recenti polemiche seguite al voto contrario di Varese 2.0 in Commissione Urbanistica su alcuni specifici punti, desideriamo esprimere le motivazioni che ci hanno indotto a questo comportamento.
Iniziamo dalla proposta di insediamento del Centro Polispecialistico di Biumo inferiore. Il tema centrale riguarda strettamente lo sviluppo sostenibile della città.
Prima considerazione. Risulta, dal sito internet della struttura stessa di cui alleghiamo screenshot, che il complesso storico compreso tra Via Walder e Via Sonzini ospiti un "Servizio di Pensione completa/Mezza pensione con possibilità di soggiorno in camera singola o in camera doppia (27 camere singole - 8 camere doppie) per lavoratrici, studentesse, altro". Nelle previsioni progettuali, si intende insediarvi un centro polispecialistico sanitario privato comprendente oltre dieci ambulatori medici specialistici, due sale operatorie e dodici posti letto per le degenze.
Al di là del legittimo dubbio del mantenimento della medesima destinazione d’uso, sembra evidente che non possa esserci equivalenza di peso di traffico pedonale e su gomma e di parcheggi per auto, tra le due attività. Una struttura sanitaria con ambulatori, così come prospettata, è un importante generatore di traffico che richiede verifiche sui flussi ben più approfondite di quelle contenute nella relazione di progetto.
Accogliere l’ipotesi di assimilazione della destinazione d’uso della struttura dismessa con quella di previsione significa rendere non obbligatorio il necessario, invece, adeguamento degli standard urbanistici e consentire, quindi, il mantenimento dello “status quo ante”, ovvero come se nulla sia cambiato.
Il reperimento di venticinque stalli per vetture nel cortile di accesso alla proprietà da Via Sonzini risulterà appena sufficiente agli addetti. Gli utenti saranno costretti a ricercare parcheggio all’esterno della struttura, incrementando un traffico veicolare già problematico.
Confidare nell’utilizzo del car sharing, car pooling, di auto elettriche, navette o altri mezzi a bassissimo impatto che colleghino i parcheggi remoti della città con la clinica, non può essere considerato parametro certo e, soprattutto, risolutivo del problema trasporto e accessibilità.
Neppure la realizzazione di alcuni elementi di arredo urbano e piccole sistemazioni stradali possono considerarsi viatico e bonus di controvalore per le criticità che si creeranno alla città.
L’esperienza acquisita negli anni di esercizio sul territorio hanno indotto alcune strutture di servizio sanitario analoghe a spostare le loro sedi operative all’esterno del centro urbano, in zone servite dal trasporto pubblico e comunque dotabili di ampi parcheggi.
Il centro storico ha senza dubbio necessità di piccoli presidi sanitari di carattere ambulatoriale specialistico, che siano di prossimità, non certamente poliambulatori. Temiamo poi che l’approvazione in Consiglio Comunale di questo progetto possa aprire la strada ad altre simili opere private di pubblica utilità, senza un adeguato confronto e un reale coinvolgimento.
Sarà sufficiente infatti vincolare la destinazione a carattere di “pubblica utilità”, per aggirare vincoli di standard e riduzione degli oneri.
Di questo avremmo voluto discutere, senza imporre nulla, semplicemente entrando maggiormente nel merito, con un maggior coinvolgimento ed approfondimento. Il nostro voto contrario in Giunta e, conseguentemente e coerentemente in Commissione, esprimono tutto il nostro disagio.
Proseguiamo con il “progetto di suolo” di via Peschiera – Dalmazia. Questo progetto riveste problematiche etiche, economiche, urbanistiche. L’area dell’ex dogana è stata interessata dalle esondazioni dell’Olona avvenute nel 2000 e 2009 che danneggiò irreparabilmente alcuni edifici, la cui consistenza volumetrica era di poco superiore ai 7000 m3, collocati sulla sponda sinistra del fiume, che furono demoliti entro un anno dagli eventi disastrosi.
Quindi da oltre dieci anni i volumi non esistono più e, sino ad ora, non sono state inoltrate richieste di recupero edilizio dei volumi abbattuti.
Ora viene richiesta dalla proprietà di queste aree la demolizione degli edifici posti a confine della Via Peschiera, per complessivi 8000 m3, con l’intento di cumulare gli attuali metri cubi demoliti con quelli precedenti e proporli al “mercato” della perequazione, strumento previsto dal PGT che impone l’acquisto di parte del volume realizzabile in qualsiasi area comunale dall’offerta di volume non sfruttato o derivante, appunto, da demolizioni.
E’ interessante scoprire che basta un rudere di manufatto umano di qualsiasi epoca storica rimasto su una proprietà per richiederne la “rivitalizzazione” dell’ipotetico volume (per esempio una torre romana o medievale con il solo perimetro affiorante dal terreno) e ricavarne un beneficio economico.
Nel caso in esame si tratta di importi decine di volte superiori al ritorno che ne avrebbe la cittadinanza con la realizzazione delle opere pubbliche previste dal progetto presentato.
La demolizione degli edifici a cortina su Via Peschiera, con conseguente aumento del calibro stradale, realizzazione del marciapiede e sistemazione parziale della sponda dell’Olona, è senza dubbio un vantaggio per la comunità, ma non si pretenda l’urgenza per la sicurezza stradale in quel nodo viario. Via Peschiera potrebbe immediatamente essere inibita al transito di mezzi articolati, stante la presenza di più arterie idonee al transito di mezzi pesanti.
Pertanto, a nostro avviso, deve essere rivisto l’accordo. Se non fosse possibile limitare il recupero volumetrico ai soli edifici da demolire, che vengano allora adottati provvedimenti per la sistemazione a verde dell’intera area, da Via Peschiera all’Olona, che verrà resa visibile dalle demolizioni degli edifici e della attuale recinzione in cemento.
Cordialmente
Varese 2.0
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Varese | 24 gennaio 2020, 11:02
IL DIBATTITO. Varese 2.0 spiega i suoi "no" al centro polispecialistico di Biumo e all'intervento in via Peschiera e via Dalmazia
La civica Varese 2.0 illustra le motivazioni per cui ha votato contro al nuovo insediamento ambulatoriale in centro e chiede la revisione dell'accordo sul progetto di via Peschiera e via Dalmazia
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