«La partita indimenticabile della Ignis? La vittoria contro la Fides Napoli nel 1968 dopo due supplementari. Cominciò a piovere forte, l'acqua entrava sul campo da un buco del soffitto del palasport. A 9 secondi dalla fine, Napoli era avanti di un punto e in attacco. In palleggio, la palla scivolò sull'acqua, io la rubai e segnai in contropiede. Fu il punto di partenza per vincere tutto». Manuel Raga, leggenda dell'Ignis e cittadino onorario di Varese, racconta aneddoti, passioni e amore totale per Varese in una magnifica intervista alla Gazzetta dello Sport in edicola, firmata da Paolo Bartezzaghi.
Incredibile e straordinario l'aneddoto con cui il "messicano volante" racconta il punto di partenza della leggenda Ignis. Raga, 75 anni, arrivò nella Città Giardino nel 1968 e ci restò fino al 1974 vincendo tre scudetti, Coppe dei Campioni, due Intercontinentali e tre coppe Italia. Questa città e la sua gente hanno un posto inattaccabile nel cuore e di Raga, esattamente come è vero l'opposto: «Il Paese dove vivrei è l'Italia e la città è Varese».
Manuel racconta a Bartezzaghi che da piccolo avrebbe voluto diventare un giocatore di baseball, che tra Eurolega ed Nba sceglie... i College Usa, che la musica preferita è quella italiana degli anni 70 e il "suo" cantante è Adriano Celentano. Non è social, è deluso dalle persone che «si avvicinano solo per il profitto» e aveva come scaramanzia quella di «mettere sempre la scarpa sinistra prima della destra, e con quattro paia di calze».
Manuel parla della sua filosofia di vita e del basket («Senza gruppo il singolo non è nulla»), della passione per le bocce scoperta quando giocava a Lugano e di un incontro sensazionale dopo una partita a Tel Aviv in cui realizzò 49 punti e, nel silenzio totale, gli si avvicinò per stringergli la mano il leader israeliano Moshe Dayan.
La soddisfazione più grande è un altro inno d'amore verso la nostra città visto che la risposta di Raga è «i miei due figli nati a Varese».