Ore 5.02: il furgone che distribuisce i giornali è partito da Castronno, come ogni mattina prima dell'alba, e si ferma davanti a una delle principali edicole di Varese, in viale Borri. Mauro, che si alterna alla cognata Francesca, è arrivato da qualche minuto sulla sua bicicletta e, se non avesse la mascherina al volto, penseresti all'inizio di un giorno come tutti gli altri da quando, nel 2003, rilevò l'attività.
Il primo cliente lavora alla Prealpi, duecento metri avanti, il secondo - sono le 5.31 - al Carrefour del Gruppo Fantinato a Bizzozero, il primo pullman di linea, deserto, è delle 5.28 mentre il primo caffè non ci sarà mai perché i bar di alcuni dei quartieri più popolosi di Varese (San Carlo e Bustecche), insieme al resto, sono chiusi. L'edicola di Mauro, invece, no: va avanti con orario ridotto (stop alle 14, la domenica alle 13) ed è in prima linea nonostante il Coronavirus anche se pochi ricordano la fatica e il senso del dovere dei chioschi di giornali aperti a Varese, in provincia, in Lombardia e in tutta Italia.
Mauro, Francesca e gli edicolanti come loro sono a contatto con la gente («In queste settimane sono un po' cambiate le facce, e l'età: al posto di nonni e genitori, arrivano i nipoti») che è molto rispettosa, anche delle distanze, e a volte addirittura si scusa di non poter offrire un caffè: «Qualcuno ci chiede se abbiamo bisogno di qualcosa...».
Soffrono i giornali sportivi, anche quando sparano ipotetiche riprese del campionato (ne arrivano un quarto rispetto a prima), reggono o aumentano in qualche caso gli altri: la Prealpina vende come prima e a volte di più, il Corriere cresce perché comprarlo e leggerlo «dà anche un'idea di normalità», magari viene abbinato al quotidiano locale. Riviste di gossip su, così come la Settimana enigmistica e gli altri del settore («Ne vendo più che nei periodi estivi»).
«Manca il movimento delle 7 del mattino - racconta Mauro - quello generato dalla Bassani Ticino e da uffici e negozi. E manca soprattutto veder arrivare i bambini con i nonni che li andavano a prendere alla materna. Adesso i bimbi acquistano "su ordinazione" e al loro posto arrivano le mamme, a volte un po' disperate perché devono riempire intere giornate da trascorrere a casa anche con le figurine o qualche gioco».
Anche la moglie di Mauro in queste giorni continua a lavorare in assicurazione ma i tre figli a casa «si autogestiscono benissimo», qualche volta aprendo il chiosco gli tocca accendere ancora la stufetta («Ieri mattina si gelava») ma presto uscirà il sole, lo stesso di chi arriva a volte per dire «grazie di esserci». In fondo è lo stesso scopo, e il giusto finale, di questo articolo.
In Breve
giovedì 22 maggio
mercoledì 21 maggio
martedì 20 maggio
Che tempo fa
Rubriche
Accadeva un anno fa
Meteo e ambiente
Territorio