C’era anche l’opposizione questa mattina al lancio del Grande ospedale della Malpensa. Alla presentazione del progetto erano infatti presenti esponenti della minoranza sia a livello regionale che comunale.
C’era Luca Ferrazzi, consigliere del gruppo misto di Palazzo Pirelli, che più volte ha portato il tema della sanità nell’assise lombarda, con un’attenzione particolare per la “sua” Gallarate.
E c’era Maurizio Maggioni, capogruppo consiliare del Partito Democratico a Busto Arsizio. Pd che sta all’opposizione tanto a Busto quanto a Gallarate e in Regione. Non c’erano però rappresentanti dem gallaratesi (presente invece il consigliere di minoranza di Città è Vita, Cesare Coppe) né il consigliere regionale Samuele Astuti, da sempre particolarmente attento all’ambito della sanità.
Ferrazzi (gruppo misto Regione): «Giornata avulsa dalla realtà»
Suona come fuori dal coro la voce di Luca Ferrazzi rispetto a quanto si è ascoltato questa mattina tanto dai sindaci di Busto e Gallarate, Emanuele Antonelli e Andrea Cassani, quanto dal governatore Attilio Fontana, che hanno parlato di «giornata storica».
«Non voglio fare il vecchio brontolone – premette – ma oggi ho sentito perlopiù tanti ringraziamenti reciproci».
«Esprimersi sul progetto è difficile – sostiene il consigliere regionale – nel senso che quello di oggi mi è sembrato un momento in qualche modo autocelebrativo. Dopo dieci anni non si è parlati di numeri su posti letto, sale operatorie, ed è difficile quindi esprimersi. È un progetto che a livello architettonico, come slide e video, appare una bella realizzazione. Ma la giornata di oggi mi è sembrata un po’ avulsa dalla realtà, da quelli che sono i problemi che rimangono negli ospedali attuali. Non si tratta di essere contrari alla nuova realizzazione, ma mi sarei aspettato maggiore concretezza. Secondo me è stata una presentazione molto general generica».
Ancora: «Si dice che sarà un ospedale all'avanguardia. Sono dichiarazioni, le prendo per buone e mi auguro che sarà così, però oggi non sappiamo molto di più rispetto a quello che sapevamo ieri. Sento dire che ci sarà l'innovazione tecnologica, va bene ma su che base lo posso valutare? Vorrei capire nel merito come saranno modulati i posti letto, quante sale operatorie ci saranno, qualcosa di più concreto. E da qui al momento della realizzazione del nuovo ospedale passeranno ancora anni, le date sono già scivolate. Che grado di servizi si riuscirà, da qui ad allora, a garantire negli ospedali esistenti? E poi manca ancora tutta la parte degli accordi di programma per capire che cosa andare a realizzare nelle due aree.
Mi sembra che si stia dando una rilevanza un pochino eccessiva rispetto a quella che è la situazione attuale della sanità in provincia di Varese. Parlare di un ospedale sostenibile a livello ambientale e funzionale direi che è una cosa ovvia. E anche l’integrazione con il centro di emergenza-urgenza… Parliamo di fatto di un deposito».
«Sono passati dieci anni – prosegue Ferrazzi –. Gli stanziamenti ci sono e questo è necessario e positivo, però mi sembra che siamo ancora in una fase iniziale. Non vorrei che i cittadini si immaginassero chissà che cosa da domani. Antonelli nel suo intervento correttamente ha detto che gli dispiace perché non potrà partecipare da sindaco alla posa della prima pietra. E questo la dice lunga».
Maggioni (Pd Busto): «Progetto interessante, ma…»
Parla di «progetto molto interessante» il bustocco Maurizio Maggioni. «Si recupera un’idea che originariamente era quella di avere del verde pensile e quindi di creare una “continuità”. Ovviamente all’interno di un contesto molto difficile e di un’area sacrificata. E significa anche porsi dei problemi di gestione del verde, non è una cosa facile però è promettente».
Ci sono però degli aspetti che preoccupano il capogruppo dem, o che quantomeno richiedono una grande attenzione. Innanzitutto, «come amministrazione di Busto, come ha detto anche il sindaco Antonelli, abbiamo un problema di viabilità e accessibilità che dobbiamo curare molto bene. E in questo progetto c’è un elemento nuovo della “diagonale” di accesso al nosocomio che parte sulla rotonda della Cascina dei Poveri. Si deve valutare bene questo aspetto, la viabilità è molto problematica».
C’è poi il tema della struttura esistente. «Come ricordato anche in questo caso dal sindaco, probabilmente anche a seguito di tutti gli interventi che sono stati fatti dall’opposizione in Consiglio comunale, l’area del vecchio ospedale deve essere riservata a delle esigenze pubbliche – afferma Maggioni –. Anche per quanto riguarda la sanità, avremo bisogno di tanti altri interventi. Non quelli di eccellenza: mi riferisco a riabilitazione, diagnosi dei cronici e quindi delle case di salute».
Insomma, l’ospedale «che parte», conclude Maggioni, «non è più di competenza nostra, salvo il controllo del cronoprogramma. Adesso a noi preoccupano viabilità e sanità territoriale».










