Compirà cento anni nel 2027 il rifugio “Città di Busto”, costruito nel 1927 su progetto dell’architetto Gambini di Busto Arsizio. Un anniversario importante, che la sezione Cai della città sta già iniziando a preparare. «Stiamo pensando a una mostra a Busto con tutti i documenti storici, compresi i progetti originali dell’architetto e a una serie di eventi anche in Valle Formazza - racconta il presidente Paolo Tagliabue -. Vorremmo coinvolgere anche il Comune: sarà un’occasione per celebrare un luogo simbolo della nostra storia alpinistica».
Situato a quota 2.480 metri, in alta Val Formazza, il rifugio è raggiungibile con un’escursione di circa due ore e mezza, lungo 6 chilometri con 700 metri di dislivello. Si parte dalla piana di Riale, si costeggia il lago di Morasco e si passa dall’alpe Bettelmatt, celebre per la produzione del rinomato formaggio. È un percorso frequentato e suggestivo, che conduce a un rifugio molto amato, soprattutto dai cittadini di Busto Arsizio.
Il “Città di Busto” è un rifugio alpinistico, aperto da metà giugno a settembre: il resto dell’anno è impraticabile perché sommerso dalla neve. Offre 47 posti letto e 50 coperti a pranzo, con una cucina che propone piatti tipici di montagna, in particolare polenta e carne. È sempre curato con attenzione, anche grazie ai continui investimenti del Cai.
«L’ultimo intervento ha riguardato il rifacimento del mini-alloggio per il custode - spiega Tagliabue -. Durante il Covid abbiamo realizzato servizi igienici esterni e rifatto la pavimentazione della zona esterna per i pranzi. È un rifugio tenuto benissimo e ci teniamo a mantenerlo così». Il presidente sottolinea anche che ogni euro ricavato dagli affitti dei rifugi viene reinvestito: «Il Cai non tiene una lira - precisa -. Tutto quello che entra torna ai rifugi, com’è giusto che sia». Per quest’anno non sono previsti nuovi lavori, dopo i numerosi interventi già realizzati.
Dal rifugio partono molte escursioni adatte a tutti i livelli: in un’ora si può raggiungere il lago dei Sabbioni, con un dislivello di soli 100 metri. Più impegnativi i percorsi che portano ai rifugi Claudio Bruno e 3A (500 metri di dislivello, 9 km, 4 ore), o l’anello di 16 km che collega il “Città di Busto” al rifugio Maria Luisa oppure si arriva al Margaroli, raggiungibile anche prendendo la seggiovia a Ponte di Formazza.
Un itinerario molto interessante è quello che sale al Passo Gries, lungo il sentiero Castiglioni: recentemente sistemato dalle guide alpine del Cai, è riservato a escursionisti esperti, con tratti attrezzati con catene. Dal Gries si può proseguire fino alla capanna Corno.
Per i camminatori più appassionati, esiste anche un percorso a tappe di quattro giorni: si parte da Ponte, si pernotta al rifugio Maria Luisa, poi al “Città di Busto”, quindi al Margaroli e infine si ritorna a Ponte. Un giro di 43 chilometri con 2.400 metri di dislivello complessivo.
Accanto alle passeggiate escursionistiche non mancano le salite puramente alpinistiche, che portano oltre i 3.000 metri di quota, per chi cerca un’esperienza ancora più intensa tra le montagne.
Il rifugio ha subito nel tempo diversi interventi di ammodernamento: i principali nel 1956, nel 1992 e poi tra il 2006 e il 2010. Ma la sua identità è rimasta fedele alla tradizione. Il “Città di Busto” è un rifugio che racconta quasi un secolo di montagna, di passioni e di persone, pronto a celebrare i suoi primi cento anni con lo sguardo rivolto al futuro.













