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La lente sui quartieri | 01 luglio 2025, 07:33

Gli orti sociali di Bizzozero continuano a dare i loro frutti nonostante coleotteri giapponesi, furti e qualche problema da risolvere

Abbiamo parlato con il gruppo di coltivatori che ha attualmente in assegnazione alcuni degli appezzamenti messi a disposizione dal Comune in via Santa Maria Maddalena: «Per noi coltivarli è una sorta di terapia, ma ci mettiamo anche sudore e soldi. Non troviamo giusto che dopo tre anni vengano riassegnati, mentre ce ne sono molti abbandonati. Ci appelliamo al sindaco»

Gli orti urbani di via Santa Maria Maddalena a Bizzozero: quelli coltivati grazie al duro lavoro e alla passione di un gruppo di persone che sono diventati anche amici sono uno spettacolo, gli altri non assegnati o abbandonati con erba alta un po' meno...

Gli orti urbani di via Santa Maria Maddalena a Bizzozero: quelli coltivati grazie al duro lavoro e alla passione di un gruppo di persone che sono diventati anche amici sono uno spettacolo, gli altri non assegnati o abbandonati con erba alta un po' meno...

Tra zucchine, pomodori, melanzane e cetrioli, gli orti urbani, o sociali, di Bizzozero a Varese stanno dando i loro frutti. 

Le persone che li coltivano, però, stanno riscontrando alcuni problemi.

Abbiamo parlato con il gruppo di coltivatori composto da Massimo, Federico, Concetto ed Emilia. «Gli orti, quelli curati, stanno andando molto bene, ma ce ne sono ancora molti abbandonati - raccontano - Qui, inoltre, è arrivato il coleottero giapponese che distrugge le nostre piante, così come il grillotalpa. Per giunta, i cancelli non hanno un sistema di chiusura e capita che a volte qualcuno entri e rubi la nostra verdura come fosse un mercato. Ci appelliamo al sindaco perché faccia qualcosa a riguardo».

Per quanto riguarda gli appezzamenti di terra trascurati, ce ne ha parlato Antonino Sangiorgio, fondatore degli orti sociali nel 1999 e adesso presente per passare le giornate in compagnia: «Dopo il contratto di tre anni, il Comune toglie l'orto alla persona anziana che ritorna in graduatoria - spiega - Il problema è che noi coltiviamo questa terra da zero, con tanta fatica, sudore e soldi. Non è giusto che dopo questi anni ci vengano tolti, soprattutto visti i numerosi orti abbandonati». Come ci è stato spiegato ed è documentato dalle immagini, oltre dieci spazi presentano infatti solo erba alta senza recinzione.

«Questi orti sono nati per i pensionati, per farli mantenere in attività e socializzare - continua Antonino - È una sorta di terapia per noi». Con lui anche Comodo Evangelista, che ha ottenuto l'orto proprio da Antonino: «Ho aspettato 2 anni affinché mi venisse assegnato - afferma - Così, d'accordo con Antonino e il Comune, ho ottenuto il mio. Ma, nonostante questo, ho dovuto pagare due volte perché mi è stato detto che l'avevo ottenuto in concessione da un'altra persona. Non è giusto».
Le persone, come spiegato, devono pagare una cifra simbolica di 25 euro l'anno.

Elisa Petrocelli

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