È un parco “cittadino” nel vero senso della parola, perché ai “cittadini” spalanca gioioso le sue porte, sembra fatto per loro, li invita voluttuoso a rilassarsi, a giocare, a degustare un caffè o un aperitivo, a camminare e a scoprire.
A esplorarlo con attenzione assomiglia anche a un piccolo “bosco”, caduto nel bel mezzo del quartiere di Masnago. Un bosco le cui piante hanno fronde talmente spesse che costituiscono un riparo naturale che tutto lenisce: la calura estiva, la malinconia, il “bisogno del verde”, la voglia di evasione. E poi c’è quel castello, quel castello lì, sulla cima, testimonianza di un tempo che torna indietro fino al 1400, un luogo d’arte e di cultura, quasi una ciliegina di pregio su una torta già bellissima e buonissima.
Potremmo andare avanti per righe a tessere le lodi di parco Mantegazza, polmone verde varesino sede dell’omonimo Castello (donato dalla famiglia Mantegazza al Comune di Varese nel 1981) che ospita il Civico Museo di Arte Moderna e Contemporanea: se ci fosse un prontuario del giardino comunale perfetto, esso conterebbe, descrivendole, le sue fattezze e i suoi servizi.
La perfezione però pare “non essere di questo mondo” anche nel caso di specie. Perché una pecca - grande - c’è ed è ben evidenziata nella nostra terza puntata de “Le pagelle ai parchi”, un viaggio alla ricerca di ciò che va ma anche di ciò non va nei parchi di Varese, celebre in tutta Italia per i suoi giardini. Accessibilità, cura della natura, servizi, pulizia: per ogni categoria un voto, fino a determinare la “pagella” finale (QUI e QUI le prime due puntate).
ACCESSIBILITÀ
L’asino casca subito: quelle “eruzioni” di sanpietrini non si possono vedere… Sono una ferita evidente, un lungo e profondo sfregio a una quadro dalla bellezza piena e dall'ordine ricercato. Sia salendo verso il Castello, sia scendendo verso il pratone, il vialetto che parte dall’entrata di via Monguelfo è completamente costellato di buche: il manto si sgretola e il porfido “esce” dalla propria sede. È un problema di estetica ma anche funzionale: gli utenti rischiano di cadere, mentre con le carrozzine bisogna fare lo slalom per procedere… La questione, oltretutto, sembra peggiorare di mese in mese, con nuove voragini che si aprono una dopo l’altra: i frequentatori abituali lo vedono e se ne lamentano.
Buone nuove si affacciano all'orizzonte? I finanziamenti per rimettere in sesto il selciato potrebbero essere imminenti.
Oltre a quella citata di via Monguelfo, due altre sono le entrate: una su via Caracciolo e una in via Cola di Rienzo, proprio davanti alle porte del Castello. Gli orari di apertura vanno dalle 8 alle 20. VOTO 5
NATURA
Uno dei punti forti del parco, basti pensare che le specie arboree ospitate sono oltre 100. Tra queste si segnalano dei tassi, un faggio rosso nei pressi di una piccola cappella, un esemplare di leccio e un raro esemplare monumentale di corbezzolo. Ai suoi angoli e lungo l’ascesa al Castello, parco Mantegazza ha quasi la dignità di un bosco, rigoglioso, ombreggiante; al centro, invece, un enorme prato, che richiama il sole e il cielo. I due elementi si fondono alla perfezione e risultano entrambi ben curati. Non mancano, inoltre, alcuni pannelli esplicativi della vegetazione presente. VOTO: 9,5
SERVIZI
Stiamo forse scrivendo del miglior parco cittadino dal punto di vista dei servizi? Esigenza di classifiche a parte, la certezza è che al parco Mantegazza ognuno trova il proprio posto nel mondo...
Chi vuole rilassarsi non ha che l’imbarazzo della scelta tra lo stendersi sul prato e occupare una delle innumerevoli panchine, ognuna delle quali è posta in una posizione “esatta”: ci sono quelle panoramiche, quelle dalla cui seduta si gode di un invidiabile refrigerio dalla calura estiva, perché ombreggiate da maestosi alberi (quasi esistesse fosse un microclima speciale), quelle poste intorno al pratone, predilette dai genitori che da lì possono ben controllare il gioco dei bambini e quelle isolate negli angoli più nascosti, "tane" preziose su cui gustarsi la lettura di un libro in santa pace…
Un altro fiore all’occhiello è il chiosco "Cill", un approdo per refrigerarsi, per rilassarsi davanti a un buon aperitivo, per sgranocchiare qualcosa: l’attività è ben gestita e piena di iniziative e il personale sa metterti a tuo agio. Non solo: dal Cill dipende anche la cura dei servizi igienici, che a differenza di altri giardini pubblici, qui ci sono e sono mantenuti.
Non è finita. Abbiamo scritto che il parco Mantegazza è l’ideale per i picnic? E che la “sezione” giochi non solo è nuova, ma “contiene” uno dei giochi più divertenti che si possano trovare a Varese, ovvero la carrucola lungo la quale i bimbi si possono lanciare sfrenati senza pericolo. Dulcis in fundo è presente anche un’area cani, dotata di recinzione e sedute.
Non serve nient'altro. VOTO 10
PULIZIA
Anche qui poco da annotare: tre cartacce di numero incontrate per terra durante tutto il nostro “viaggio” all’interno del parco. Siamo stati fortunati? Non crediamo. E la pulizia è un plus per un luogo così frequentato come questo. VOTO 9.
VOTO COMPLESSIVO 8,5.









































