Ci eravamo sbagliati: niente riunioni della stagione estiva in versione preserale, pur spostate di una settimana rispetto al giorno inizialmente fissato, cioè oggi, mercoledì 10 luglio. O le gare si svolgeranno a porte aperte, e quindi con il pubblico, oppure non ci saranno proprio, tanto meno alle 18. Lo ha intimato la direzione generale per l'ippica del ministero dell'Agricoltura, che non permette dunque, nel caso fosse confermata la mancata agibilità per il pubblico dell'impianto decisa dalla Commissione di Vigilanza del Comune, di gareggiare alle Bettole. Né consente il mancato completamento dell'impianto di illuminazione in tempo utile per poter disputare le corse in notturna.
Il rischio dunque di essere a un passo dalla fine delle corse a Varese dopo 113 anni alle Bettole e 146 in città è concreto: c'è tempo fino a mercoledì prossimo, 17 luglio, data a cui è stata rinviata la prima riunione, per ottenere l'agibilità e accendere le luci all'ippodromo. Il colpo di scena (finale?) è contenuto in una circolare firmata da Remo Chiodi, a capo della direzione generale per l'ippica al Dipartimento della sovranità alimentare e dell'ippica del Ministero dell'Agricoltura, che prevede «la necessità di svolgere l’attività delle corse dei cavalli a porte chiuse soltanto in situazioni di effettiva e grave emergenza». Tale emergenza non sussisterebbe per l'impianto di Varese e, quindi, o il gestore aprirà le tribune al pubblico, oppure non esisterà più alcuna gara.
La Commissione di Vigilanza è in attesa dei documenti richiesti, alcuni molto specifici, da parte del gestore dell'impianto, ovvero la Società Varesina Incremento Corse Cavalli, senza i quali non può essere concessa l'agibilità e cioè l'afflusso degli spettatori. Risultato: la fine delle corse alle Bettole, un evento senza precedenti da oltre un secolo, è a un passo. A meno che la Varesina faccia tutto quanto richiesto in pochi giorni. Altrimenti si apriranno le porte della storia o, meglio, quelle dell'inferno.