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Cultura | 09 maggio 2024, 10:49

“L’emozione del segno” senza tempo di Luigi Bello: le sue opere in mostra a Cuvio

Da sabato 11 maggio alla Piccola Galleria del Disegno di GaEle, in via XXV Aprile 22, sarà visitabile la mostra elegante e raffinata dell'artista novantacinquenne di Cadegliano Viconago

“L’emozione del segno” senza tempo di Luigi Bello: le sue opere in mostra a Cuvio

Luigi Bello ha 95 anni e una gran voglia di fare. È un pittore, e trasforma ogni attimo di vita in un atto creativo, in un segno, in qualcosa che rechi una traccia della sua inesausta curiosità.

Nato a Legnano il 19 agosto del 1928, figlio di un eccellente decoratore e pittore, dopo aver frequentato i corsi della Scuola d’Arte del Castello Sforzesco a Milano, il giovane Luigi entra in contatto con la Milano dell’arte e della cultura che ruota intorno al Jamaica, con incontri virtuosi di nome Lucio Fontana, Piero Manzoni, Ugo Mulas, ma anche tanta voglia di imparare e di mettersi in gioco, mantenendo salda la sua visione artistica. Oggi Bello vive a Cadegliano Viconago, al confine tra città e campagna e da lì prende ispirazione per le sue opere, manifesto di una travolgente energia e di un invidiabile equilibrio. 

Capita dunque che il Maestro esponga una decina di nuove opere, una delle quali sarà accolta all’interno della sede comunale di Cuvio, alla Piccola Galleria del Disegno di GaEle, in via XXV Aprile 22 a Cuvio, una mostra elegante e raffinata, dal titolo “L’emozione del segno”, che sarà inaugurata sabato 11 maggio alle ore 17,30 e rimarrà aperta fino al 25 maggio, con visite su appuntamento, telefonando ai numeri 333 6644334 oppure 328 5768391. 

L’associazione culturale ed editrice GaEle, che fa capo a Maria Elena Danelli e Gaetano Blaiotta, ha già pubblicato in passato due edizioni con testi di Bello, che è anche poeta e narratore, e anche questa volta edita un catalogo manufatto in edizione limitata contenente un’opera originale su carta dell’artista legnanese e una sua poesia. 

A un artista che sa evolversi continuamente e trasformare il suo segno e la sua parola, abbiamo domandato quale sia il segreto per mantenere in vita la curiosità e la voglia di fare.

Lei ha una età ragguardevole, ma si dice che l’arte mantenga giovani. Come fa a entusiasmarsi ancora?

«Il mio entusiasmo verso la vita e l'arte è costante negli anni, forse questo è il motivo della mia longevità. Studio e imparo sempre qualcosa di nuovo e la vita riesce ancora a sorprendermi. Cerco di avere uno stile di vita sano, dormo e penso molto.»

Qual è il significato di questa mostra?

«Queste sono fra le mie ultime opere; solitamente non metto il titolo né do un significato particolare a ogni singola opera, lasciando libera interpretazione a chi le guarda. Nei lavori in questione i segni tracciati sono "scritture dell'animo" e il loro utilizzo comporta un abbandono definitivo della spazialità volumetrica tradizionale e sono pura gestualità libera. Sento il bisogno di esprimere con coerenza la Verità, eliminando il superfluo. Gli insegnamenti della dottrina Zen mi hanno portato alla riflessione sull’essenzialità come rinuncia a qualsiasi desiderio sovrabbondante. Sento una necessità di tornare ai primordi della pittura, al primo gesto tracciato dall’uomo primitivo.»

Di cosa c’è bisogno oggi per migliorare il mondo?

«Per migliorare il mondo c'è bisogno di arte perché l'arte unisce gli uomini e la speculazione li divide. L'arte può sensibilizzare su questioni importanti, parla una sola lingua che ci fa sentire cittadini del mondo.»

Cosa vorrebbe dire a un giovane che vuole intraprendere un percorso artistico?

«Gli direi di avere tanta volontà e costanza e di mettere tutta la sua forza e il coraggio in quello in cui crede. Bisogna avere sete di verità e di conoscenza. Ovviamente dovrà essere pronto a fare sacrifici! Scherzando mi viene da dire che chi è dedito alla pittura e all'arte, per amore di essa aggiunge al pane la fame come companatico!»

 

Mario Chiodetti

 

Mario Chiodetti

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