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Scuola | 06 aprile 2024, 14:57

L'arte alla scoperta dell'uomo il 9 aprile ai Giardini Estensi di Varese

Martedì prossimi dalle 9.00 alle 16.00, i ragazzi della quinta liceo delle Scienze Umane di Maria Ausiliatrice, coadiuvati dalle professoresse Barbara Zanini e Paola Casale, presenteranno, presso i portici dei Giardini Estensi, la mostra “Le Istituzioni Totali e l’alienazione dell'uomo… finalmente l'uomo: il progetto di vita”

L'arte alla scoperta dell'uomo il 9 aprile ai Giardini Estensi di Varese

Il 9 aprile dalle 9.00 alle 16.00, i ragazzi della 5^ Liceo delle Scienze Umane di Maria Ausiliatrice, coadiuvati dalle professoresse Barbara Zanini e Paola Casale, presenteranno, presso i portici dei Giardini Estensi di Varese, la mostra “Le Istituzioni Totali e l’alienazione dell'uomo… finalmente l'uomo: il progetto di vita”.

«Stiamo lavorando a questo progetto da due anni: le prime sei opere le abbiamo realizzate in Quarta e, dopo aver studiato la Legge Basaglia e le nuove strutture, abbiamo deciso di continuare il progetto. Siamo andati a visitare Centri diurni come il Millepiedi di San Fermo (VA) e, una volta tornati a scuola, abbiamo iniziato subito a pensare ad altre sei opere che potessero rappresentare la bellezza di questi Centri - affermano i ragazzi della 5^ LES - . Siamo contenti che molte persone possano vedere la mostra che abbiamo realizzato, anche per poter scoprire un mondo un po' nascosto»

La mostra sarà divisa in due parti: le prime opere trattano delle Istituzioni Totali finalizzate ad annientare la persona, mentre le ultime tele hanno come soggetto le strutture moderne che permettono alle persone diversamente abili di poter ricevere assistenza quotidiana.

I manicomi erano luoghi in cui gli individui, erroneamente chiamati malati di mente, non venivano curati, ma venivano emarginati dalla società. Vivevano in condizioni disumane ed erano costretti a subire punizioni corporali. Ben presto, i manicomi si diffusero in tutta Europa e divennero uno strumento di potere enorme, attraverso il quale si decideva, senza utilizzare alcun criterio logico, sulla vita delle persone e su chi dovesse essere rinchiuso. Non si parlava più solo di persone diversamente abili, ma di mogli disubbidienti, di bambini iperattivi o di giovani orfani.

Gli internati vivevano in una prigione mentale e in una condizione psicologica fortemente distruttiva che li privava delle loro libertà, mentre la propria personalità veniva assorbita completamente dall'ambiente circostante.

Dopo l'emanazione della Legge Basaglia del 1978, si è provveduto all' abolizione dei manicomi, istituendo nuove microstrutture in grado di aiutare le persone con disabilità senza screditarle, umiliarle e privarle della loro dignità.

«Abbiamo deciso di allestire la mostra aperta al pubblico per dare ai ragazzi l’opportunità di mettere a servizio della comunità le conoscenze e le competenze che hanno sviluppato nel loro percorso di studi e che li stanno aiutando a dare valore alla cittadinanza attiva - inizia la professoressa Zanini -. L’arte può rendere semplice e immediato ciò che semplice e immediato non è. Inoltre - continua la professoressa e vicepreside Casale -, permette di rendere accessibile la comprensione di quanto lo stato mentale dell’individuo percepisce ed esprime in una dimensione astratta e metacognitiva, dando così l’idea di che cosa il soggetto vive e sperimenta nelle diverse situazioni della vita».

 

 

Redazione

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