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Storie | 22 marzo 2024, 00:01

Una staffetta per la ricerca: la corsa di Leonardo e del suo papà verso una cura per il diabete di tipo 1

Domenica 7 aprile, Daniele, papà di Leonardo, un bambino di 10 anni con la passione per il calcio e una malattia con cui convivere, il diabete, parteciperà alla Unicredit Relay Marathon, una staffetta non competitiva riservata a chiunque voglia correre per sostenere i progetti solidali di una delle ONP iscritte

Leonardo e il suo papà Daniele

Leonardo e il suo papà Daniele

Quando diventiamo genitori, ci auguriamo che i nostri bambini stiano sempre bene, che non si ammalino mai; ci preoccupiamo per tutto, un colpo di tosse, qualche linea di febbre, per le malattie infettive che possono prendere a scuola, oltre a tutti i possibili, potenziali pericoli che la nostra mente si immagina.

Eppure, non pensiamo che azioni all’apparenza senza significato possano nascondere qualcosa di più… Bere tanta (troppa) acqua, molta (troppa) stanchezza e un eccessivo dimagrimento possono essere i segnali di qualcosa di serio: il diabete di tipo 1, una malattia cronica e autoimmune, la quale comporta la distruzione delle cellule (beta) del pancreas che producono insulina.

Una diagnosi che cambia la vita di tutta la famiglia; così racconta Lisa, mamma di Leonardo: «Due anni fa la diagnosi e l’immediato ricovero presso l’Ospedale Galmarini di Tradate. Per fortuna, abbiamo colto i segnali per tempo e al momento del ricovero le condizioni di salute di Leo erano buone. Una diagnosi tardiva può invece essere molto pericolosa. Da lì è iniziato il nostro percorso, una vita da condividere con il diabete: tanti nuovi termini da capire e strumenti da imparare, ma grazie al personale sanitario e all’associazione AGD Varese Aps (Associazione per l'Aiuto dei Giovani Diabetici Varese), che opera proprio all’Ospedale di Tradate, non ci siamo mai sentiti soli. Proprio per questo mio marito Daniele ha deciso di correre alla UniCredit Relay Marathon con AGD Varese Aps per sostenere la ricerca di una cura definitiva a questa malattia, spesso troppo sottovalutata».

Il diabete di tipo 1 (detto anche infantile o giovanile) deve essere distinto dal tipo 2, che solitamente insorge in età adulta ed in condizioni patologiche specifiche. L’esordio avviene in giovane età e la terapia insulinica è l’unico strumento per gestire la glicemia e quindi evitare complicanze acute (iperglicemia, ipoglicemia) e a lungo termine (complicanze oculari, nefropatia, neuropatia, malattie cardiovascolari). 

«È una malattia che richiede costante impegno: la terapia insulinica è il solo strumento che abbiamo, ma non è facile, soprattutto se si parla di bambini. Leo fin dal primo giorno di ricovero è stato supportato nella gestione di parametri e valori, ma anche nell’avere un corretto stile di vita: serenità, alimentazione e sport sono fondamentali, come lo è cercare di vivere una vita il più normale possibile. AGD Varese Aps, che da sempre collabora con i pediatri diabetologi della Pediatria di Tradate, ha messo da subito a nostra disposizione una psicologa ed una nutrizionista, inoltre si è occupata di formare i suoi insegnanti ed allenatori di calcio sulla gestione delle complicanze acute, in modo che una volta dimesso, Leo potesse da subito riprendere nel modo più normale possibile la sua vita».

Ad oggi il diabete di tipo 1 è una malattia da cui non si guarisce e con cui si deve convivere per tutta la vita, ma le speranze di trovare una cura definitiva ci sono. Leonardo e la sua famiglia ci credono: «La mia speranza è che si trovi la cura e finalmente Leo, come tutti i bambini e i ragazzi diabetici, torni a vivere con quella spensieratezza di cui la malattia lo ha privato. Le nostre famiglie e i nostri amici hanno già più volte dimostrato il loro affetto e la loro generosità. Ora confidiamo nel fatto che in molti altri sostengano la ricerca attraverso questa raccolta fondi di AGD Varese Aps, nel contesto della UniCredit Relay Marathon». 

Le parole di Lisa dimostrano una potente forza di volontà, la voglia di reagire per far vivere alla sua famiglia una vita quanto più tranquilla, serena e normale possibile.

Questa è una storia di vita, di sogni e di speranza, di difficoltà affrontate con il sorriso e di voglia di farcela, lottando con tutte le forze. Perché la vita è un dono e, a volte, abbiamo bisogno di una rete di affetto per viverla al meglio.

Si può supportare la corsa di papà Daniele per il suo Leo (CLICCANDO QUI), mentre per scoprire di più su La rete del dono, tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.retedeldono.it.

Giulia Nicora

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