È arrivato il “Freddo”, un nuovo personaggio nel film stagionale biancorosso.
No, non è che siamo stati a guardare l’apparente avarizia di sorrisi della prima volta davanti ai microfoni, quello sguardo molto concentrato e asettico e quelle risposte asciutte: non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore...
È che è proprio Hugo Besson a definirsi così: «In campo sono un freddo. Non mi vedrete nervoso, non assisterete a mie scenate: sono cose che fanno perdere la concentrazione e io non voglio che succeda. Fuori dal parquet, anche in spogliatoio, invece mi piace essere più aperto e instaurare un dialogo con i miei compagni per il bene del gruppo».
Eccolo il sostituto di Olivier Hanlan (oggi la doppia ufficialità: dell’addio alla Openjobmetis e dell’ingaggio a Mosca), il gancio per la più grande operazione commerciale in “entrata” dell’era Scola (pensare di realizzare un ritorno economico a cinque cifre su un giocatore in scadenza di contratto non è cosa di tutti i giorni…): 23 anni ancora da compiere, fisico a prima vista piuttosto strutturato per il ruolo che ricopre, brillante al lobo destro e le parole di chi vuole subito iniziare una nuova storia, per se stesso e per Varese.
«Abbiamo trovato l’accordo in 2 giorni - dice - dopo che il mio agente mi aveva parlato dell’interesse della società. Ho parlato anche con coach Bialaszewski e mi è piaciuto subito: penso che con lui mi troverò molto bene, ha una mentalità americana, viene da esperienze NBA e mi potrà aiutare molto».
Scelto con il numero 58 del Draft 2022 da Indiana (poi girato ai Milwaukee Bucks) è proprio nella Lega che Besson vede il suo futuro, a coronare un giorno le Summer League e i tryouts sperimentati finora. Per il momento però la sua carriera è passata dalla Francia, dalla Australia («Perché andare lì? Perché mi piaceva il loro modo di giocare e perché ogni partita di quel campionato è trasmessa su ESPN, quindi c’era un’ottima esposizione») e dall'FMP Belgrado, club che ha lasciato a gennaio: «Cosa non è andato con loro? A volte non è facile spiegare. Mi sono trovato in una situazione in cui non giocavo più e ho deciso di risolvere il contratto e di vagliare il mercato».
Le idee del giovanotto transalpino sono chiare: «C’è l’opzione anche per la prossima stagione ma io penso a questa, a raggiungere i playoff e a vincere la Fiba Europe Cup. Il mio focus è solo su quest’anno». Non lo spaventa l’eredità lasciata dal canadese: «Posso giocare sia da guardia che da play («sarà un utilissimo “secondary playmaker”» prevede a microfoni spenti il GM Zack Sogolow»), sono un realizzatore ma ho anche una buona visione di gioco e mi piace creare per me e per i compagni».
Lo gasa la prospettiva di far coppia con Nico Mannion: «L’ho conosciuto a Milwaukee prima ancora che quest’estate a Vitoria: è un giocatore molto forte e penso che insieme creeremo una pericolosità diffusa che costringerà gli avversari a scegliere: questo porterà vantaggi per noi ma soprattutto per chi ci gioca vicino. In generale in questi primi giorni mi sono trovato molto bene con lui e con tutti gli altri: mi hanno accolto benissimo e messo a mio agio. Oltretutto qui a Varese gli impianti sono perfetti».
L’ultima battuta è su Victor Wembanyama, il nuovo fenomeno del basket mondiale con cui Besson ha giocato lo scorso anno a Parigi: «Giocatore di enorme talento, un esterno di 2 metri e 20… Immaginate cosa possa significare giocare con uno così… L’anno scorso ci siamo divertiti tantissimo, oltretutto è anche un bravo ragazzo e ha una strada lunghissima davanti a lui. Siamo rimasti in contatto sul gruppo whatsapp della squadra dello scorso anno e ogni tanto ci sentiamo ancora».