Riceviamo e pubblichiamo:
Buongiorno Redazione,
mi permetto a 1 anno esatto dalla mail (leggi QUI) sottostante di ritornare sulla definizione di "intrusi" in Coppa Italia esternata nella Vs trasmissione "Ultima Contesa".
A completare la mia opinione già esposta, è proprio utile evidenziare come 1 anno dopo il 40% del rooster della squadra "intrusa" (Brown, Caruso, De Nicolao, Owens) era a referto in finale per contendersi la Coppa Italia 2024.
Di più, il 30% della squadra "intrusa" (Brown, De Nicolao, Owens) ha alzato il trofeo della medesima Coppa Italia 2024.
A margine mi permetto anche di evidenziare come Pesaro era allora una squadra per lo meno abbordabile e oggi rimane squadra e società con enormi problemi.
A Varese qualcuno si domanda perché i ns giocatori, seppur oggettivamente validi, non vincono mai nulla e gli stessi, scappati poi da Varese, riescono a conquistare un trofeo?
Forse i costanti problemi di Varese non risiedono nel campo ma altrove... magari è solo una traccia ma sarebbe opportuno capirlo per uscire dall'attuale mediocrità.
Buon lavoro e buona giornata
Paolo Macchi
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La nostra risposta:
Gentile Paolo,
sulla definizione di "intrusi" discutemmo già lo scorso anno. Condivido il suo ragionamento, ma il dato (sempre più o meno supposto, perché il basket italiano continua a scegliere le strade della carboneria sui suoi numeri contabili...) dei budget, però, impone sempre una riflessione sul rapporto tra le aspirazioni dell'ambiente e la realtà.
Scritto ciò: intrusi per livello? Certamente no: De Nik, Brown e Owens - sebbene con un anno in più di esperienza, che qualcosa conta - ce lo hanno dimostrato, come lei fa giustamente notare.
Quella contro Pesaro fu un'occasione persa. Punto.
Problemi fuori campo? Sì, uno. Enorme: non avere la possibilità economica di confermare i migliori da un anno all'altro. Pallacanestro Varese gioca e giocherà (per sempre?) a un altro gioco sul mercato: scommetto, prendo, cresco, saluto e riparto dal via, in un eterno e costretto Gioco dell'Oca.
Fabio Gandini