«In questo momento non sono preoccupato, sono occupato: ad aiutare i miei giocatori e il mio allenatore». Bialaszewski? «Non lo cambiamo. Scelta tecnica. Abbiamo fiducia». «Cosa ci manca? «Giocare con ritmo e velocità».
Parla Luis Scola. All’improvviso, come è capitato anche in passato, a squarciare gli abituali silenzio e riservatezza. El General, l'amministratore delegato di Pallacanestro Varese, ha convocato la stampa varesina prima di Varese-Leiden di Fiba Europe Cup, rendendosi disponibile per le domande dei cronisti.
Le risposte, però, non tradiscono lo stile Luis.
Che inizia con due premesse: «Nessun nome» riferendosi al mercato, anche se fa capire presto che certe chimere (Mannion, Ross) rimarranno tali, e poi dice la sua sulla “dittatura dell’algoritmo” come da alcuni definita: «Non esiste alcun algoritmo. In nessuna parte del mondo e nemmeno qui c’è un robot che ci dice cosa fare. Siamo persone che lavoriamo tanto per prendere le decisioni giuste e giocare a pallacanestro. Usiamo semplicemente le statistiche avanzate per valutare determinate decisioni. Parlare di algoritmo è una mancanza di rispetto verso chi lavora ogni giorno in questa società».
Sull’allenatore: «Non lo cambiamo, è una scelta tecnica e crediamo sia la migliore soluzione». Secco.
Sulla squadra: «Quella che mette in mostra non è la nostra pallacanestro, che dovrebbe essere simile a quella dello scorso anno. Però voglio dire una cosa: anche lo scorso anno ci sono state tante discussioni sul nostro modo di giocare, su Owens, su Ross, etc… Poi abbiamo iniziato a vincere e tutto si è calmato. Non è vero, comunque, che questa squadra non impara nulla».
Cambiare sistema se le cose dovessero mettersi troppo male? «Noi vogliamo vincere, non perdere. Noi usiamo un certo sistema perché pensiamo sia vincente: il nostro non è fondamentalismo. E per dire che uno stile di gioco non sia vincente, beh prima va messo in pratica: noi stiamo perdendo perché non lo mettiamo in pratica.
Cosa manca a livello di giocatori? «Pensiamo che il nuovo centro possa aiutarci, con rimbalzi e gioco in pick and roll. Sappiate che non arriverà nessun giocatore magico: ce ne sono qui e negli Usa, ma guadagnano 300-400-500 mila euro e chiaramente non sono disponibili per la nostra realtà. Non sono possibili per noi ad oggi».
Scola dice anche che «Spencer è un’aggiunta, così come Young, poi starà al coach scegliere, potendo anche sfruttare la flessibilità delle regole Fiba. Quelli che ci sono oggi sono tutti giocatori utilizzabili». Come a dire: con Cauley-Stein non abbiamo ancora deciso come chiudere, ma è ovvio che Varese non si potrà permettere un turnover degli stranieri alla Milano…
Reparto esterni: manca qualcuno? «Mancano ritmo e velocità. E mancano i giocatori infortunati».
Sul Gruppo Pelligra: «Hanno ribadito di voler entrare in società, ma non hanno rispettato la scadenza, al contrario della sponsorizzazione. Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane. Piano B? Certo, andremo avanti anche senza i Pelligra, cerchiamo sempre altri partner che possano condividere il nostro progetto sportivo e i suoi valori. Il problema, se non andasse in porto con gli australiani, sarebbe l’aver perso un anno e mezzo. Alla gente va anche chiarito che il loro apporto non verrebbe usato per la squadra: “l’equity”, salvo rari casi, non si usa per il mercato».
Su Okeke: «Sta molto bene, migliora ogni giorno, ci vorrà ancora tempo, non solo per l’infortunio, ma per ritrovare la fiducia, il ritmo di gioco etc… Lui comunque sta andando bene. I tempi del rientro non li voglio dire: gli infortuni sono dinamici, le date di rientro non vanno date».
Sulla classifica: «Io sono tranquillo, credo che abbiamo una buona squadra di pallacanestro e giocatori di buon potenziale e che questa stagione si metterà per il meglio. Non sono preoccupato ma occupato, per capire come aiutare il coach e i giocatori a giocare il meglio. Poi come tutto il resto del mondo non mi piace vedere la classifica attuale…».