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Cultura | 18 ottobre 2023, 15:23

Riscoprire Manzoni attraverso i quadri: la mostra da ArteIdea a Varese

In occasione dei 150 anni dalla morte dell’autore de “I promessi sposi” inaugurerà sabato 28 ottobre “Luoghi e ricordi manzoniani”, l'esposizione di opere ispirate ai luoghi cari allo scrittore e descritti nel suo capolavoro letterario e una serie di cimeli verdiani e manzoniani

Riscoprire Manzoni attraverso i quadri: la mostra da ArteIdea a Varese

Alessandro Manzoni spirava il 22 maggio 1873 a Milano, alla veneranda età di 88 anni, e un altro grande vegliardo, Giuseppe Verdi all’epoca sessantenne, decise immediatamente di ricordare in musica lo scrittore che aveva sempre venerato e timidamente accostato nella casa di via Morone. Così Verdi si mise al lavoro e scrisse una “messa da morto”, come la definiva, il “Requiem” che venne eseguito a un anno esatto dalla scomparsa di Manzoni nella Chiesa di San Marco a Milano, con il compositore sul podio, 230 esecutori, tra orchestrali e coristi e quattro celebri solisti, il soprano Teresa Stolz, il mezzosoprano Maria Waldmann, il tenore Giuseppe Capponi e il basso Ormondo Maini.

Il “Requiem” sarà tra l’altro eseguito a Varese, per la prima volta nella storia, il 27 ottobre alle ore 20,30 nella Basilica di San Vittore, con l’Orchestra sinfonica del Conservatorio di Milano e il Coro lirico sinfonico di Parma e dell’Emilia Romagna diretti da Pietro Mianiti, primo appuntamento ella Stagione musicale comunale. 

In occasione dei 150 anni dalla morte dell’autore de “I promessi sposi”, lo Studio ArteIdea di Antonella Piccardi e Italo Magnaguagno, che ha sede in via Dandolo 17 a Varese, inaugurerà, sabato 28 ottobre alle ore 11, una mostra celebrativa dal titolo “Luoghi e ricordi manzoniani”, aperta fino al 23 novembre (orari: giovedì, venerdì e sabato, 10 – 12,30 e 15 – 19) con l’esposizione di quadri ispirati ai luoghi cari allo scrittore e descritti nel suo capolavoro letterario, e di una serie di cimeli verdiani e manzoniani forniti da un privato collezionista, tra cui la prima edizione della “Messa da requiem” e la prima edizione illustrata dei “Promessi sposi”, la celebre “quarantana”. In occasione del vernissage, saranno lette alcune lettere di Verdi a Clarina Maffei dedicate alla memoria di Alessandro Manzoni. 

«È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del Lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare…». Dal piccolo borgo poco discosto da Lecco, Lucia Mondella si allontanò in barca per fuggire da Don Rodrigo, e alle sue sparute case affacciate sul lago Alessandro Manzoni dedicò alcune delle pagine più toccanti dei “Promessi sposi”, con quell’“Addio ai monti” che rimane tra i capolavori assoluti della nostra letteratura. 

Proprio Pescarenico è il soggetto di due dei quadri in mostra, il primo di Carlo Pizzi del 1876, che restituisce all’osservatore un paese di meraviglioso incanto, attorniato dai monti e bagnato da un lago quieto e lustro come uno specchio, solcato da qualche barca di pescatori. Carlo Pizzi nacque nel 1842 a Lecco, dove scomparve nel 1908, da una famiglia umile e studiò all’Accademia di Brera allievo di Gaetano Fasanotti e compagno di studi del più celebre Eugenio Gignous. 

La tranquilla bellezza di Pescarenico riluce anche nella tela del 1858 di Gerolamo Trenti, artista nato a Gonzaga nel 1824 e morto quasi cieco a Pomponesco nel 1898, anch’esso importante esponente del paesaggismo lombardo. Laureato in giurisprudenza a Pavia, figlio di un notabile di Pomponesco, appassionato di letteratura, espose nel 1859 a Brera diverse opere, tra le quali si ricordano una “Veduta della Valtellina” e “Una vallata lombarda”, ma dipinse spesso anche il lago di Como e quello di Varese, oltre a vedute della campagna lombarda. 

In mostra ci sarà poi una tela del milanese Carlo Jotti, che spesso raffigurò anche il nostro Sacro Monte, dedicata alla “Riva di Malgrate”, dipinta il 23 aprile 1900, come recita la scritta accanto alla firma. Malgrate è considerato luogo manzoniano per la presenza della Cappella dei Morti di Peste, costruita nel 1630 in memoria delle numerose vittime dell’epidemia. Non mancherà anche un’opera di Roberto Fontana, fratello dello scapigliato Ferdinando, librettista di Puccini, intitolata “La lavandaia”, perfetta raffigurazione della popolana lombarda dell’Ottocento, con il fazzoletto al collo e la “sperada”, o “spadinera”, la raggiera di spadine d’argento che abbelliva l’acconciatura delle donne d’allora e che siamo abituati a legare all’iconografia della Lucia manzoniana. 

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