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Busto Arsizio | 14 aprile 2023, 20:02

Jerzy Skolimowski inaugura il Baff: «È il talento la ragion d’essere di un film»

Nel pomeriggio a Busto il noto regista, attore, sceneggiatore e produttore polacco ha risposto alle domande dei giornalisti, parlando di successi e insuccessi, esperienze con la pellicola italiana. Una parola anche per la guerra in Ucraina: «Questa nazione non deve pagare il prezzo di una guerra logorante»

Jerzy Skolimowski

Jerzy Skolimowski

Talenti, le esperienze con il cinema italiano, il lavoro con Claudia Cardinale, i successi e gli insuccessi e poi non poteva mancare la guerra. Di questo si è parlato a Villa Calcaterra questo pomeriggio a tu per tu con Jerzy Skolimowski, leone d’oro alla carriera alla mostra del Cinema di Venezia, Orso d’oro al festival internazionale del cinema di Berlino, nonché premio per la sceneggiatura al festival di Cannes. A Busto il regista, attore, sceneggiatore e produttore polacco ha esordito parlando dell’importanza del talento.

«Ci sono molti modi per realizzare un film – ha detto - e ognuno ha la sua ragion d’essere, con un risultato diverso in base al budget. Alla fine torna tutto, tutto ha un senso: alla fine tutto è questione di talento. Non si può decretare un modo per fare il film: ci sono tanti modi per fare un film. Poi è il talento che darà la ragione d’essere, manifestandosi nel film. Se c’è qualcuno che con la cinepresa ha ambizione, talento e lo vuole esprimere con le immagini, darà risultati».  

Poi ha sciorinato le esperienze con il nostro cinema, purtroppo non tutte di successo. «Come quando sono stato espulso dal mio paese – ha ricordato - dopo il film del 1997: mi parlavano di film antistalinista dove prendevo una posizione politica troppo forte. Quel film è stato bandito e io sarei dovuto andare via dalla Polonia. Allora mi sono aperto ad altri orizzonti. Il primo film che mi fu offerto era storico, in Italia, “Le avventure di Gerard”. Un grande film: non sapevo come muovermi, con centinaia di comparse, grandi star, tra cui la bellissima Claudia Cardinale, la migliore in talento e bellezza di quel periodo. Per me è stato un grande privilegio lavorare con lei».

Poi, un’altra storia sfortunata. «Vivevo a Santa Monica negli Usa, pensavo di sfondare in California, ma dovevo scrivere una sceneggiatura in base a un libro quasi pornografico, di infima categoria. Eppure c’era qualcosa di interessante nella storia: c’era una perversione sessuale, un omicidio. Pensavo di ricavare comunque una bella sceneggiatura, ma non sono riuscito. Altro progetto: “Acque di primavera”. Dovevo fare io la sceneggiatura con Angelo Rizzoli e l’accordo era quello che la prima attrice l’avrebbe scelta lui, ma a me non convinceva la sua scelta: non aveva talento. Non potevo lavorare con Rizzoli. C’era già di mezzo milione di dollari».

Infine, terzo tentativo con “Io”: nominato all’Oscar nonostante i problemi, ha avuto riprese anche in Italia.

Non poteva mancare una parola sulla guerra in Ucraina. «Ovvia la speranza che arrivi in fretta la fine di questa guerra – ha concluso - Mi auguro che il prezzo non sia pagato dall’Ucraina e comunque va considerato che ogni giorno muoiono civili, innocenti, giovani, vecchi, bambini. Mi auguro che si arrivi al più presto a una soluzione».

 

L.Vig.

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