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Scuola | 24 marzo 2023, 08:00

Cinque anni insieme e poi quella gita a Venezia. La riconoscenza dei genitori è una lettera e una lezione per tutti: «Grazie per questo tempo di scuola così prezioso e non scontato»

In un'epoca di conflitto colpisce l'intensa missiva scritta dalle famiglie della scuola primaria Marconi di Crenna: «Un manipolo di sessantuno undicenni e sette eroiche maestre hanno avuto la voglia e il coraggio di realizzare un viaggio che resterà per sempre nel cuore di queste tre quinte elementari, ormai sulla soglia di un salto di crescita importante»

Cinque anni insieme e poi quella gita a Venezia. La riconoscenza dei genitori è una lettera e una lezione per tutti: «Grazie per questo tempo di scuola così prezioso e non scontato»

«Vorremmo parlare delle gite scolastiche, abbiamo scritto una lettera». I tempi attuali ci hanno spesso mostrato che quando le famiglie bussano su questo tema, è per qualche mancanza. È di ben altra natura una parola rivolta agli insegnanti che risuona dentro il messaggio dei genitori delle quinte A, B e C della scuola primaria Marconi di Crenna: grazie. 

Le famiglie hanno voluto scrivere una lettera per esprimere la riconoscenza che merita la pubblicazione e uno spazio speciale. Raccontano la trepidazione nell'affidare i figli, che però è strettamente connessa alla fiducia: è vederli partire per una gita, ma il percorso insieme alle insegnanti è stato ben più lungo, quello della scuola che prepara alla vita. Allora, in queste belle righe si rivive l'attesa alla stazione per un piccolo grande momento come la gita dopo cinque anni insieme, con quella serenità che viene dal rapporto sbocciato nel tempo. Righe di riconoscenza, che mettono in guardia da un pericolo: quello di dare per scontato qualcosa di bello, tanto da viverlo, non farci caso, passare oltre.

No, i genitori si sono voluti fermare a prolungare l'abbraccio alle maestre. E hanno scritto così. 

Carissime Dott.ssa Capello e Dott.ssa Pisoni,

la sera del 14 marzo eravamo in tanti in stazione a Gallarate ad aspettare i nostri figli, di ritorno da una gita di due giorni a Venezia.

Un manipolo di sessantuno undicenni e sette eroiche maestre che hanno avuto la voglia e il coraggio di realizzare un viaggio che resterà per sempre nel cuore di queste tre quinte elementari, ormai sulla soglia di un salto di crescita importante.

La sera stessa, riguardando le foto di questi piccoli turisti e immaginando il tempo condiviso, ci è sembrato doveroso esprimere a parole tutta la nostra gratitudine, a Voi e alle Insegnanti, per questo tempo di scuola così prezioso e non scontato.

Perché, se l’educazione è una relazione nella quale prende forma il tempo, non è impresa facile che questo tempo sia davvero luogo di cura e costruzione di nuovi legami, in cui ci si ascolta e ci si assume una responsabilità reciproca.

Troppo spesso ormai l’educazione è concepita come addestramento e istruzione; le nostre insegnanti hanno mostrato, invece, uno stile educativo fatto non solo di spiegazione del mondo, ma di anticipazione del mondo, capace di cogliere le domande di futuro che vengono dai ragazzi. Questa indimenticabile gita è stata la manifestazione concreta di una scuola del “tempo donato’’, e donato per tutti, nessuno escluso.

In un’epoca in cui le cronache ci raccontano ogni giorno di bambini e adolescenti che crescono in situazioni di guerra, di incertezza, di uso autoritario della forza, di minori non accompagnati e di adulti sopraffatti, che non possono o sanno accompagnarli, è bello incontrare un’oasi come la nostra scuola, in cui si respira il mondo, insegnanti capaci di un compito davvero adulto, compito di presidio, di cura reciproca gli uni degli altri e di cura del futuro.

A queste insegnanti abbiamo affidato i nostri figli, non solo per questa gita, ma per i cinque anni del percorso della scuola primaria. E lo abbiamo fatto con la coscienza tranquilla e l’animo sereno. Perché affidare significa “dare in custodia, consegnare all’altrui capacità, cura o discrezione” (Treccani). Chi è genitore sa che non c’è cosa più difficile e dolorosa che “consegnare” un figlio a qualcun altro perché ne abbia cura. La nostra serenità, in questi cinque anni e in occasione di questa bellissima esperienza a Venezia, è, crediamo, il miglior complimento si possa fare alla scuola e alle insegnanti.

Infine, facciamo nostre le parole di Ivo Lizzola: “La scuola è un incontro tra credenti nella vita, ragazzi e adulti che cercano il sapere e la possibilità di progettare e rendere bella la vita comune. E quindi le economie possibili, gli scambi culturali possibili, le scienze e le tecniche possibili: scegliendo tra i possibili quelli che coltivano e generano salvaguardia e vita futura. La scuola o è questo o non è”.

Per noi lo è stato, per noi lo è.

Grazie.

Ma. Lu.

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