Allegria. Tristezza. Rabbia.
No, non stiamo parlando del noto film d'animazione Inside Out, ma di tutte le sensazioni che trasmette Mabel - La farfalla di pietra, ultimo romanzo dello scrittore torinese Dario Campanale.
Presentato oggi, sabato 11 marzo, alla Biblioteca Comunale di Varese, il libro viene descritto dall'autore come «un viaggio avventuroso, introspettivo, ricco di mistero».
Tutto inizia da Paolo, avvocato e papà di una ragazza 15enne orfana di madre, per la quale è disposto a fare tutto. Persino andare a cercare «due amiche della moglie di cui conosce solo i nomi, deve ripercorrerne le orme e questo lo porterà a incontrare persone inaspettate, a ritrovare il rapporto con la natura, a riflettere sull'inutilità di tante cose che abbiamo, a condividere pensieri su tematiche quotidiane» in cui tutti noi ci possiamo ritrovare, perchè fanno parte anche della nostra vita.
A moderare l'incontro Emiliano Bezzon, scrittore giallista di Gallarate ed ex Comandante della Polizia Locale di Varese e di Torino: «Questo è il terzo romanzo di Dario, è una storia intrigante, coinvolgente ed appassionante, con aspetti fantasy e mistery, a tratti noir. Anche le ambientazioni sono giuste, suscitano forti emozioni».
Incontri di vita
Un aspetto su cui il giallista di è soffermato è stata l'importanza delle relazioni, dei rapporti umani che caratterizzano Mabel, «Dario riempie le sue storie di tante ambientazioni, tanti personaggi, con una costante attenzione alla ricchezza dei rapporti interpersonali».
«Il romanzo è un viaggio di gruppo, una trasformazione incalzante, da incontri reciproci nascono soluzioni», ha aggiunto Enrica Baretta, psicologa - a lei l'onere e l'onore anche di leggere alcuni passi del libro.
«Tutti i personaggi rappresentano un pezzo delle mie esperienze - ha commentato l'autore - sono sempre alla ricerca di qualcosa, io sono curioso, mi piace ascoltare i racconti. Anche i luoghi per me hanno un peso fondamentale, li ho vissuti in prima persona e se anche il lettore li conosce può ritrovarsi. Per me, la descrizione dello spazio in cui una scena è ambientata è rilevante, perchè è questo che rende una certa sensazione».
Cambi di colore
In Mabel, i luoghi di riferimento sono Torino e l'Isola d'Elba, «il primo è l'oscurità, l'altro la luce, la storia cambia colore. L'Elba, in particolare, mi ha regalato un'importante esperienza nella natura, mi piace andare in questi luoghi, stimola la riflessione, consente di riscoprire il ritmo lento della vita. E poi, qui, un'isola composta dal granito, si trova un sentiero, il "Santuario delle farfalle", uno dei motivi per cui ho scelto come sottotitolo del libro La farfalla di pietra».
Andare verso la luce, trovare una soluzione ai problemi della vita è, quindi, possibile grazie alla magia?
«Penso che siamo noi a creare la magia, è una questione di atteggiamento», è la risposta di Dario alla domanda di Emiliano, una riflessione sulla facoltà di decidere che fa parte di noi e che ci rende soggetti all'"incantesimo" che è la vita stessa.
«Quello che mi ha reso più orgoglioso - ha proseguito lo scrittore - è stato il commento di chi ha già letto il libro quando mi ha detto che lo ha letto in poco tempo, vuol dire che è piaciuto. Ma anche quelli che mi dicono che, durante la lettura, hanno riso, pianto, si sono arrabbiati, mi piace l'idea di far provare tante sensazioni diverse.
Dario è stato molto soddisfatto sia dalla presentazione varesina sia, in generale, dall'esperienza come autore che autopubblica il proprio romanzo, «per me è stata la prima volta, il libro si può trovare in formato cartaceo su Amazon, penso nel giorno di qualche settimana sarà disponibile anche in ebook. Consiglio a tutti di leggerlo perché il libro tocca, in qualche modo, le corde di tutti, ognuno si può immedesimare e vivere le stesse avventure dei personaggi che il protagonista incontra».














