- 10 marzo 2023, 08:50

STADIO APERTO. Turotti: «La Pro Patria non vuole salire? È una grandissima...»

Il direttore sportivo a cuore aperto: parla delle ultime prestazioni dei tigrotti, degli arbitri che non finiscono in panchina davvero quando sbagliano, delle voci retrò e di quanto sia bello poter ancora sognare. E confessa su Busto: «Mi fa sentire bene, mi dà molte motivazioni»

STADIO APERTO. Turotti: «La Pro Patria non vuole salire? È una grandissima...»

Il rispetto viene dalla schiettezza, quella che usa Sandro Turotti nel descrivere questo momento della Pro Patria. Tre seccanti sconfitte, la consapevolezza che non si è giocato «come eravamo abituati a vedere». E poi certo le ombre sulla direzione di gara in alcuni incontri: premio «Mai visto prima» all'ammonizione affibbiata a Saporetti per aver preso tempo in una punizione, quando si era ancora a due terzi dei primi 45 minuti e senza alcun vantaggio. «Anche i giocatori sbagliano, ma finiscono in panchina...».

Sì, a Stadio Aperto Sandro Turotti ci parla senza remore, senza peli sulla lingua. A chi dice che questa Pro Patria, arrivata di corsa a 43 punti, forse non vuole salire, risponde: «Questa è una grandissima cazzata. Perché non c'è nessuno che rifiuti una promozione, anzi sarebbe motivo di grande soddisfazione per il presidente e e nella categoria economica avrebbe meno esborso economico. Devono tagliarmi una mano per non volere una cosa così bella...  Sono cose retrò, si usava dirle una volta... ora sentirle mi fa un po' sorridere. È un classico italiano, non di Busto».

Quella Busto che non accorre allo stadio Speroni, ma qui Turotti sottolinea: «Dobbiamo fare un lavoro importante per riportare la gente allo stadio, ci stiamo provando e creando così una forte identità. Dobbiamo lavorare tutti insieme».

E a proposito di Busto, «mi fa sentire bene, mi dà molte motivazioni - rileva - di solito non sono rimasto oltre 4 anni».

Al di là dell'amarezza e della rabbia delle ultime gare, Turotti lo grida prima con gli occhi: ha ancora voglia di sognare. «Sicuramente, è un'essenza - risponde - poi certo devo essere realista, non ho mai raccontato frottole. Questo è rispetto. Del resto, come non sognare con i giovani: «D'altro canto, possono commettere errori. Noi siamo questo».

Avanti allora a Trieste, «e poi con Novara e Juve, partite molte difficili, dobbiamo cercare di invertire il trend».

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Marilena Lualdi

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