La Pro Patria sta passando un periodo negativo, doloroso. Mai quanto quello che ha dovuto affrontare Domenico Rossi, bloccato da un infortunio fin dalla scorsa estate. Ha tenuto duro, Domenico, accanto a un altro tigrotto, Sean Parker: hanno fatto squadra nella squadra.
A Stadio Aperto, nel momento più buio della Pro Patria - che sembra aver dilapidato quel tesoretto di punti e fiducia accumulato fino non molte settimane fa, tra lo sconcerto dei tifosi - abbiamo scelto di parlare proprio con questo tigrotto che dopo la lunga assenza forzata è stato convocato da mister Vargas.
Adesso mette a disposizione la sua inventiva, le sue qualità tecniche e soprattutto il suo coraggio. «È stato un percorso lungo, sono contento di averlo superato - ci racconta - Sono pronto a mettermi a disposizione con le mia qualità. Sono una mezz'ala prevalentemente tecnica, ma anche in fase difensiva».
Domenico è un giovane che ha iniziato al Cas di Sacconago, è passato alla Pro, ha trascorso splendidi anni al Venezia e adesso è tornato "a casa". La sua forza viene anche dalla famiglia, a partire da papà Angelo. È lui che invita Busto Arsizio a tornare allo stadio Speroni: «Abbiamo bisogno di voi tifosi».
E una storia speciale è anche quella di Alfio Garavaglia, che ha scelto - dopo anni dedicati ai "grandi" - di allenare i piccoli. Gli allievi, per la precisione, alla Pro «la fascia più importante, perché potrebbe già uscire il calciatore per la prima squadra. Un'età un po' difficile, ma è una bella sfida, mi sto divertendo». Garavaglia - che è stato anche allenatore della Castanese - reputa il calcio una passione. E a proposito di passioni, è anche un esperto di vini: difatti se deve individuarne uno da accostare alla sua esperienza in Pro, sceglierebbe un vino della Borgogna, un Pinot Nero». Guardate perché.
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