Il giorno dopo un’altra partita da alti e bassi, si torna a parlare di pallacanestro a L’Ultima Contesa, il talk show sul basket varesino di VareseNoi. E lo si fa con un ospite protagonista del campo: Guglielmo Caruso.
Con il lungo classe '99 si è parlato, ovviamente, della partita persa in volata contro Tortona, della sua crescita tecnica a Varese e della corsa alle Final Eight.
Altro ospite è stato Flavio Vanetti, giornalista varesino de Il Corriere della Sera.
Ecco alcune dichiarazioni di Guglielmo Caruso:
«Stiamo abituando i nostri tifosi a soffrire ogni partita: a volte va bene e a volte possiamo pagare quei minuti in cui non siamo noi stessi. Ieri ci è mancata la continuità, e a un certo punto del quarto quarto eravamo più tredici, quindi la nostra bravura deve essere quella di gestire qualche momento della partita. La sconfitta è stata di un punto, quindi sarebbe bastato un errore in meno per non trovarsi in quella situazione. È stata una partita molto tosta dal punto di vista sia fisico sia mentale».
«È una nostra debolezza di cui siamo consapevoli - sulla tendenza della squadra a farsi rimontare - stiamo cercando di lavorarci. Per il modo in cui noi giochiamo e impostiamo una partita è più facile che ci siano dei parziali. È bello potere dire "Abbiamo perso con una squadra di molto più forte solo all’ultimo", ma alla fine quello che conta è vincere».
«Non ha aiutato l’infortunio di Justin: quando sai che hai giocatori che possono entrare è più facile, magari non subentra la stanchezza. Per Nino e Tomas è tosta ricoprire un ruolo che non sono abituati a ricoprire. Justin ha un impatto diverso: essere affiancati da lui è più semplice per la difesa in post basso o per la lotta a rimbalzo. Anche io e Tariq possiamo pagare questa sua assenza, a volte dobbiamo aggiustare il nostro posizionamento difensivo e ci porta difficoltà a fare un tagliafuori».
«Mi sono sentito di non essere entrato in partita offensivamente. Io e Tariq abbiamo avuto problemi a trovare spazio in attacco, non siamo riusciti a farlo, a differenza di altre partite. Ho avuto la sensazione come se non fossi mai stato libero. A volte sei consapevole che non è la tua partita dal punto di vista realizzativo e provi a fare bene altro»
«Posso essere soddisfatto di come sta andando a livello personale, vedo i miglioramenti di settimana in settimana. È dovuto allo staff tecnico e fisico, mi sento soddisfatto ma non mi accontento. Sono consapevole di avere ancora molto da imparare ma non posso e non devo pormi nessun tipo di limite».
«Scola spesso quando arriviamo al campo è già lì che sta lavorando con i ragazzini. Non ha perso assolutamente quella voglia del toccare la palla, è di un certo livello il lavoro individuale quando c’è lui, anche solo a dare consigli o fare da appoggio».
«Ho un gran bel rapporto con Poz, sa rapportarsi con i giocatori, sono contento di averlo conosciuto. Mi piace molto di lui che tratta tutti nello stesso modo, giovani e veterani, questa è una cosa non da tutti. Dopo qualche partita ci siamo sentiti, per farmi un complimento o per fare una battuta. È il tipo di spirito di cui abbiamo bisogno per il movimento».
«Ci stiamo lavorando - su un eventuale rinnovo di contratto - ma non mi piace distrarmi durante la stagione pensando a questi aspetti. Ho ancora un altro anno qui, mi trovo benissimo e non penso ad altro che dare il meglio, tifosi e piazza se lo meritano. Per il mio sviluppo non potrei essere più felice che essere qui».
«Secondo me è una cosa sicuramente alla nostra portata - sulla qualificazione alla Coppa Italia - sono due squadre talentuose (Brindisi e Napoli). Abbiamo dimostrato di poter vincere contro chiunque. Sono ottimista che possiamo arrivare alle Final Eight con due vittorie di fila e dopo continuare per un buon piazzamento per i playoff».
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