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Gallarate | 12 settembre 2022, 14:42

Gallarate, Daniele Chiffi e l’inizio dell’anno scolastico, fra luci e ombre

Il dirigente dell’Istituto comprensivo Dante, il più grande in città, ha accolto il sindaco, Andrea Cassani, e l’assessore alle Attività formative, Claudia Mazzetti. A margine, chiacchierata su luci e ombre dei mesi in arrivo: mascherine, socialità, nomine, sostegno. L’augurio agli studenti? «Serenità»

Daniele Chiffi

Daniele Chiffi

Daniele Chiffi, dirigente dell’Istituto comprensivo Dante, ha accolto nella secondaria di primo grado  “Luigi Majno” il sindaco, Andrea Cassani, e l’assessore alle Attività formative, Claudia Mazzetti, impegnati nel tour per il primo giorno di scuola (foto in fondo all’articolo). Ha presentato i due esponenti dell’Amministrazione comunale in aula magna, dove è avvenuto l’incontro con gli studenti di prima media. Poi li ha guidati fra corridoi e aule. Sindaco e assessore hanno salutato ragazzi e professori, sottolineando il valore del loro impegno. «Ci piacerebbe incontrare ancora tanti di voi quando premieremo gli studenti più meritevoli», ha auspicato il primo cittadino parlando alle terze medie, con riferimento ai riconoscimenti messi a disposizione dal Comune. «Lo studio è faticoso, ma tutto quello che imparerete vi servirà», la sottolineatura dell’assessore, un passato nel plesso di via Palestro.

Fra una classe e l’altra, Chiffi ha citato numeri, speranze, problemi. Accettando, a seguire, di fare una chiacchierata. Primo tema da affrontare con il dirigente dell’Istituto comprensivo più popoloso della città, quasi 1.400 iscritti, le aspettative sull’anno scolastico al via. «Sono alte. A partire da qualcosa di evidente: ci si può guardare in faccia. Intendiamoci, le mascherine, tanto odiate, ci hanno aiutato tantissimo. Ma non doverle obbligatoriamente indossare è un bel passo avanti. Siamo comunque pronti ad applicare le misure necessarie se la situazione sanitaria cambiasse».  Covid alle spalle? «Diciamo che, al momento, questo anno scolastico si presenta meglio. Si possono riprendere tante attività preziose e cancellate, come le uscite didattiche, o che sono state fortemente ridimensionate. In generale, la socialità può ripartire. Nel recente passato abbiamo intercettato disagi crescenti, seri, tali da rendere necessaria l’attivazione del supporto psicologico e il coinvolgimento delle famiglie. Contiamo che la situazione migliori».

Anche se il nuovo inizio non manca di difficoltà. Non solo legate alla pandemia. «Per esempio nell’avere personale. Si tratta di un problema generalizzato, al quale si sono aggiunte situazioni specifiche, a livello provinciale e regionale. Per intenderci, le ultime nomine per rafforzare il personale docente sono state rese note nella notte di giovedì scorso. Venerdì, da noi, sono arrivati 23 nuovi insegnanti. Ma tra malattie, maternità e congedi vari, la situazione non è ancora stabile. Per questo, alle secondarie, nella prima settimana l’orario è ridotto. Aggiorniamo puntualmente il nostro sito, sul tema, così da informare i genitori. Alle primarie va meglio».

Altra fatica, il sostegno. Ancora Chiffi: «Tante cattedre sono vuote, nonostante i corsi proposti dalle università. E parliamo di una necessità, quella relativa ai docenti di sostegno, in crescita netta, da anni. Soprattutto per le diagnosi di disturbi dello spettro autistico. Fin dalla scuola dell’infanzia, dove la questione è molto sentita. Registriamo, però, anche una sorta di fenomeno opposto». Cioè? «Il riconoscimento di plusdotazione cognitiva. Abbiamo partecipato a un progetto dell’Università di Pavia. Parliamo di bambini che si distraggono di continuo, non sanno stare in classe, magari disturbano o risultano poco simpatici ai compagni per il loro modo di frequentare la scuola. Ma sono brillanti. Semplificando: si annoiano, parte di ciò che viene spiegato, per loro, è scontato. Ne abbiamo individuati alcuni, alle primarie, mettendo a punto, grazie alla formazione, piani educativi e stimoli calibrati».

Tiriamo le somme: «Si riparte. La scuola va avanti se ci sono un bravo corpo docente (e io riscontro grande disponibilità), personale amministrativo formato e preparato, bidelli e bidelle che si danno da fare. È scarso, il personale Ata, gli si chiede molto. Anche in fatto di sorveglianza. Certo, possono esserci eccezioni, ma qui e altrove l’impegno e la competenza non mancano».

Che cosa augura ai “suoi” studenti? «Intanto di trovare una scuola accogliente. Anche per quanto riguarda gli edifici, gli ambienti. Con l’Amministrazione comunale, si è visto anche oggi, c’è dialogo, sono stati fatti interventi importanti. Ma bisogna ancora lavorare per rendere gli spazi più attraenti». Poi? «E poi auguro serenità. È il primo step per l’apprendimento. Lo studio è fatica, lo sappiamo. Ma è anche piacere».

Stefano Tosi

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