Attorno hanno quello che qualcuno potrebbe definire il “Central park” di Gallarate. Il parco Bassetti, morso dal caldo e dalla siccità: prato secco, terreno polveroso, temperatura degna di altre latitudini. Lì, le minoranze in Consiglio comunale avanzano la loro proposta per il clima, guardando al locale e pensando al globale: dotare la città dei due galli, entro il 2030, di una “Strategia per la forestazione urbana”. E, nel concreto, arricchirla con migliaia di nuove piante.
Nel dettaglio, Partito Democratico, Città è vita e “Obiettivo comune Gallarate” chiedono «...l'individuazione dei siti più idonei per le piantumazioni: aree di proprietà comunale e quelle in cui si preveda un'efficacia maggiore degli interventi di rinaturalizzazione; spazi aperti di pertinenza delle scuole e degli edifici pubblici; parchi pubblici e aree naturalistiche; aree verdi a standard; spazi pubblici attualmente pavimentati e di cui si possa prevedere una parziale o totale rinaturalizzazione; strade di quartiere ove sia possibile rimodulare le sezioni stradali, anche in ottica di moderazione del traffico e stimolo alla mobilità ciclabile e pedonale (si cita il modello woonerf olandese); aree di rispetto stradale e cimiteriale, nel parco del Ticino o private, tramite convenzioni».
I proponenti suggeriscono di coinvolgere soggetti privati che «…a fronte di agevolazioni da parte del Comune, possano fornire a vario titolo sostegno al progetto, attraverso la messa a disposizione di aree, la partecipazione a forme di sponsorizzazione per le opere di piantumazione o la contribuzione per la manutenzione del verde pubblico. Si possono inoltre valutare forme di incentivazione per le attività commerciali e produttive che, secondo parametri opportunamente stabiliti, decidano di introdurre alberature nelle aree a parcheggio di propria pertinenza oggi esistenti».
Mozione articolata, riportata integralmente in fondo all’articolo. E presentata, come si dice, “in medias res”: fra caldo, erba secca, fronti sudate dell'alberatissimo parco Bassetti. «Ma proviamo a muoverci di pochi metri – provoca Giovanni Pignataro, Partito democratico – e facciamo lo stesso discorso sull’asfalto del mercato. O nei parcheggi dei centri commerciali, qui vicino… Finora, dall’Amministrazione comunale, non abbiamo sentito proposte per lavorare sul cambiamento climatico». Anna Zambon, fiancheggiata da Margherita Silvestrini: «Pensiamo sia fondamentale il dialogo e il coinvolgimento di privati e scuole. Oltre che la valorizzazione dell’area dei fontanili e del Monte diviso». Musica per le orecchie di Massimo Gnocchi, Obiettivo comune Gallarate, attento alla valorizzazione di Fontanili e Monte Diviso: «Un problema dei comuni è mantenere il patrimonio arboreo… Vediamo quali sono gli spazi nei quali è possibile piantumare, facciamo un elenco. E predisponiamo incentivi per chi agisce».
Quantificando, si pensa a 5.000 nuove piante entro il 2030. E a una messa dimora, ulteriore, per ogni nato. Statisticamente, circa 400 neogallaratesi all’anno. Fattibile?