Cento volontari e ancora non bastano. O meglio, farebbero comodo rinforzi. Perché le sfide poste dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina oggi sono toste e Auer insieme Gallarate non si tira indietro. «Prima del Covid – fa il punto il presidente, Renato Losio – avevamo circa 900 iscritti. Tra stop e rallentamenti di certe attività, siamo scesi a 600. Ma non ci siamo mai fermati».
Meno iscritti, del resto, non significano necessariamente meno impegni. «I bisogni sono mutati, non diminuiti. Oltre ai volontari, circa 100, possiamo contare su tre ragazzi che, da noi, svolgono il servizio civile. Ma occorrono anche altre risorse». Per cosa? Un esempio: «Oltre alle attività tradizionali, siamo entrati nella rete coordinata dal Comune per rispondere ai bisogni delle persone in fuga dall’Ucraina che arrivano a Gallarate. Dobbiamo occuparci della distribuzione di generi di prima necessità. È un po’ nel nostro Dna. Dal momento che normalmente forniamo servizi di trasporto ad anziani e persone con disabilità, siamo spesso in strada. Finora abbiamo raggiunto un paio di nuclei familiari. Ma dovremo assicurare rifornimenti a 86 persone. Un bel salto. Non solo, è probabile che si arricchirà la tipologia di prodotti che dovremo smistare: non solo quelli a lunga conservazione ma anche freschi».
L’esperienza, del resto, può essere gratificante. «Finora - conferma Losio – il contatto con i cittadini ucraini è stato molto positivo. Siamo andati anche oltre quanto inizialmente previsto. Se in una famiglia ci sono dei bambini, come fai a non portargli una bella brioche? C’è, poi, chi arriva con gli animali domestici. Ci siamo attrezzati anche su quel fronte».
Necessità che sorgono quando sembrava si potesse tornare a una parvenza di normalità. «Relativa – precisa il presidente – il Covid ci ha condizionato e ci condiziona. Nel periodo peggiore della pandemia avevamo cinque volontari che svolgevano letteralmente un servizio di “telefono amico”. Le persone non chiamavano necessariamente perché avevano bisogno di qualcosa di materiale ma anche perché erano sole. Nel tempo, qualche volontario si è fermato. Per stanchezza, per raggiunti limiti di età o per timore dell’infezione. Inoltre abbiamo accompagnato a vaccinarsi centinaia di persone. Ancora, le norme anti contagio ci impediscono di sfruttare i mezzi a disposizione per i trasporti oncologici, sanitari e così via al meglio della capienza. C’è una frammentazione, quindi un maggiore dispendio di forze. Solo i bambini che portiamo a scuola o in centri di riabilitazione sono quasi 40. Ci occupiamo anche di bambini, sì, non solo di anziani, perché la disabilità non bada alla carta d’identità».
E l’emergenza Ucraina non fa sconti. «Inizialmente – fa presente Losio - pensavamo di raccogliere beni di prima necessità per farli arrivare nelle zone del conflitto o nelle vicinanze. Poi sono sorte difficoltà di vario genere e, d’accordo con il Comune, abbiamo modificato i piani. L’interazione con l’ente pubblico è fondamentale. Per rispondere alle esigenze nel migliore modo possibile e per dare uniformità alle misure di sostegno. Comunque non abbiamo rinunciato all’idea iniziale, vedremo se le circostanze ci permetteranno di darle seguito».
Nel frattempo, porte aperte. Chi volesse contribuire alla raccolta di alimentari a lunga conservazione e prodotti per l’igiene può fare riferimento alla sede di via del Popolo 3 (da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 12, per info: 320.6283145). Stessi giorni e orari per chi volesse segnalarsi e dare manforte ai volontari (si può anche utilizzare l’indirizzo e-mail auserinsiemegallarate@gmail.com).
«Siamo qui, – conclude il presidente – facciamo il possibile e ci stiamo attrezzando per l’impossibile».