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Busto Arsizio | 23 febbraio 2022, 13:10

Tante richieste di spazi nei cimiteri di Busto. In programma 150 estumulazioni

Sui cimiteri “pende” una forte richiesta di spazi per nuovi defunti. Per questo si sta lavorando a un’ordinanza per effettuare diverse estumulazioni di loculi la cui concessione è scaduta da anni e per i quali non è stato possibile rintracciare i parenti del defunto. Cosa effettivamente non sempre semplice, spiega l’assessore Cislaghi

Tante richieste di spazi nei cimiteri di Busto. In programma 150 estumulazioni

Sui cimiteri di Busto Arsizio “pende” una forte richiesta di spazi per nuovi defunti. Il Comune avvisa della scaduta concessione delle tombe attraverso dei cartoncini e cercando di risalire ai parenti, cosa non sempre semplice. Se non perviene alcuna risposta, si procede con l’esumazione.
Ma anche di recente, non sono mancate proteste da parte di chi sostiene che la salma del proprio caro sia stata trasferita senza preavviso.

La questione è ovviamente delicata. «Ho trovato una situazione non facile – ammette Mario Cislaghi, assessore con delega ai cimiteri –. I cartelli di avviso vengono collocati sulle tombe da cinque o più anni. Non dubito che in alcuni casi non sia stata trovata la comunicazione. Stiamo cercando di risolvere i problemi, ma chi non rinnova una concessione non può pretendere di aver ragione dopo cinque anni dalla scadenza».

Il Comune cerca di rintracciare i parenti dei defunti, ma talvolta non è semplice risalire a persone che non vivono sul territorio. «E rispetto al passato – fa notare Cislaghi – i cimiteri sono molto meno visitati. Ultimamente non si vede più una grande affluenza nemmeno nel giorno dei morti». E questo rende meno “efficaci” i foglietti lasciati direttamente sulle tombe.

Tenendo comunque conto che, come precisa il dirigente dei servizi cimiteriali Roberto Brugnoni, «quella di mettere i cartelli sui sepolcri è una scelta dell’amministrazione, ma non c’è l’obbligo di posizionarli sulle singole sepolture. Normalmente l’avviso viene messo sulle bacheche del cimitero, oltre alle comunicazioni sul sito».

Ci sono poi tombe di famiglia – edicole o cappelle – in alcuni casi molto antiche (costruite anche cento anni fa) e ormai prive di concessione. «Il sedime su cui sorgono – spiega Brugnoni – appartiene al demanio. In questi casi le tombe, libere o da estumulare, vengono riassegnate in concessione attraverso aste pubbliche».
Di recente si è tenuta un’asta per una cappella del camposanto di Sacconago rimasta abbandonata.
«Attraverso aste pubbliche – prosegue il dirigente – vogliamo riassegnarle e valorizzarle. Sono strutture che hanno un peso nella storia cimiteriale, e non solo, di Busto. Quelle con più di cinquant’anni sono anche assoggettate al parere della Soprintendenza».

Il tema principale rimane quello della richiesta di spazi. In particolare, servono loculi, poiché «nel 70 per cento dei casi si tratta di cremazioni», afferma Cislaghi.
Per provare a risolvere il problema, si sta lavorando a un’ordinanza sindacale per effettuare 150 esumazioni o estumulazioni nei tre cimiteri. «Abbiamo fatto delle ricerche – sottolinea Brugnoni – ma non sono stati trovati eredi o qualcuno intenzionato a rinnovare la concessione originaria, che può essere confermata prima della scadenza. In questo caso sono scadute da alcuni anni».
L’ufficio cimiteri del Comune è a disposizione per rispondere a qualsiasi dubbio, anche telefonicamente o via mail (qui i riferimenti).

Un altro problema che interessa i camposanti cittadini è quello dei furti. «Rubano di tutto – dice Cislaghi –. Fiori, lumini, statue. Tutto il rame presente è stato praticamente portato via. Stiamo pensando anche a questo: installare delle telecamere all’ingresso potrebbe essere un deterrente».

Insomma, «il tema è sensibile – conclude l’assessore –. Ci possono essere dei problemi, ma cerchiamo di lavorare al meglio nel rispetto delle regole. Nei prossimi giorni scriveremo anche ai responsabili delle pompe funebri, per ascoltare le loro esigenze. Non è un argomento semplice, ma ci stiamo impegnando per risolvere le criticità».

Riccardo Canetta

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