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Territorio | 17 febbraio 2022, 09:32

Sesto Calende e la canoa sono in lutto, se n'è andato Piero Occhetta: «Il suo imprinting resterà per sempre»

Fondatore e primo presidente della sezione della Polisportiva Sestese, nel settembre scorso il Comune gli aveva conferito il premio "Città di Sesto Calende": «Ha avviato centinaia di giovani alla pratica sportiva, insegnando lealtà e spirito di sacrificio, la sua voce echeggia ancora e anche quel tocco del metronomo con cui scandiva i colpi al centro della barca di legno»

Piero Occhetta

Piero Occhetta

E' un giorno triste e di lutto oggi, 17 febbraio, per Sesto Calende e per il mondo dello sport, che piange la scomparsa di Piero Occhetta, socio fondatore e primo presidente della sezione della Polisportiva Sestese. 

Nel settembre dello scorso anno, il Comune gli aveva conferito la medaglia "Premio Città di Sesto Calende" per i meriti conseguiti in ambito sportivo. 

«Socio fondatore e primo presidente della sezione canoa della Polisportiva Sestese, per aver avviato centinaia di giovani alla pratica sportiva, facendo crescere in tutti i valori della lealtà e dello spirito di sacrificio, e portando alcuni di essere a livello agonistici di valore nazionale e internazionale» si legge nelle motivazioni. 

«Piero Occhetta ci ha lasciato, ma il suo imprinting di allenatore e formatore resterà per sempre - così lo ricorda sulla pagina Facebook del Circolo Sestese Canoa l'amico Maurizio Lenuzza - difficile spiegare chi è stato e cosa ha rappresentato Piero Occhetta per i canoisti sestesi e per lo sport sestese in generale, dallo sci alla mountain bike, al trekking in montagna piuttosto che sui sentieri del Parco del Ticino».

«La sua vocazione di sentierologo (autodefinizione che lo divertiva molto) - continua Lenuzza - lo portava su inesplorati camminamenti e nuove esperienze, in cui coinvolgeva in modo dirompente e affascinante qualsiasi neofita. Qualcuno è stato fortunato e ha capito chi fosse nella maniera più traumatica, scomoda, travolgente, negli anni della propria formazione di atleta e di persona: l'ha avuto come allenatore. Era scomodo nella maniera più assoluta e meravigliosa. La sua voce echeggia ancora oggi nelle orecchie e quel tocco del metronomo, che scandiva i colpi al centro della barca di legno del Circolo Sestese e amplificato dal megafono, ti pungolava la mente. E non vedevi l' ora che quella "scaletta" finisse, che quella seduta terminasse.

Ma aspettavi il giorno successivo per fare meglio.

A quei tempi non eravamo uno squadrone agonistico come oggi. Il kayak velocità era agli albori e noi eravamo i pionieri di quell'avventura. Piero diede - dal 1973 in poi - una grande impulso, durato parecchi decenni, affinché la Sezione Canoa della Polisportiva Circolo Sestese prima e il Circolo Sestese Canoa Kayak poi, diventasse la realtà che è. Se n'è andato alle soglie dei 50 anni della sua Sestese Canoa, l'associazione dove si precipitava ogni sera per allenare, arrivando da qualsiasi località lo spingesse il lavoro e rischiando ogni volta multe colossali per eccesso di velocità.

Più di una volta in anni recenti mi sono sentito in dovere di ringraziarlo per quanto aveva fatto per noi. E lo faccio ancora una volta qui, a nome di tutti, vecchi e giovani atleti, con la certezza di sentirmi rispondere ancora una volta: "Non devi ringraziarmi, ho fatto solo quello che mi piaceva"» conclude Lenuzza. 

M. Fon.

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