/ Gallarate

Gallarate | 04 febbraio 2022, 10:44

Ospedale di Beata Giuliana: anche Gallarate dice no al dibattito pubblico

La delibera è passata ieri sera in Consiglio comunale, dopo le analoghe decisioni prese da Comune di Busto e Provincia di Varese. Confronto acceso tra maggioranza e opposizione ma non sull’istituzione della Commissione Sanità che votano quasi tutti

Ospedale di Beata Giuliana: anche Gallarate dice no al dibattito pubblico

Commissione Sanità sì, dibattito pubblico sul futuro ospedale Busto/Gallarate no. È questo il verdetto uscito ieri sera dal Consiglio comunale di Gallarate, il primo con il nuovo segretario generale Franceschina Bonanata, sui temi che si annunciavano più dibattuti. I due punti all’ordine del giorno, come era prevedibile, si sono in parte intrecciati. Perché la Commissione Sanità si occuperà (anche) dell’ospedale. E perché i gruppi consiliari hanno preso posizioni diverse su trasparenza, partecipazione e possibilità di informazione alla cittadinanza nell’iter che porterà alla nuova struttura: la Commissione è sufficiente e adatta a garantirle, in assenza di dibattito pubblico?

COMMISSIONE SANITÀ

Hanno votato a favore tutti i gruppi consiliari tranne “Progetto comune”: Massimo Gnocchi si è astenuto. Sì, dunque, anche dalle minoranze, seppure con un lieve mal di pancia per la bocciatura di un emendamento presentato da Michele Bisaccia (Margherita Silvestrini sindaco). L’integrazione esplicitava dettagli su temi da trattare come strutture, assistenza intermedia, medicina preventiva e territoriale, Sant’Antonio Abate e sulla cadenza delle convocazioni. Precisazioni inutili o troppo vincolanti, secondo la maggioranza, a partire dal capogruppo della lista civica Cassani, Michele Aspesi. Alla fine e nonostante tutto, commissione istituita: ne faranno parte i rappresentanti dei gruppi consiliari e cinque tecnici, non necessariamente ed esclusivamente di ambito sanitario: il futuro del Sant’Antonio Abate e l’ospedale Busto/Gallarate hanno a che fare, per esempio, con importanti questioni urbanistiche.

RICHIESTA DI SOSPENSIVA

Prima di passare a discussione e voto sulla deroga al dibattito pubblico, Giovanni Pignataro (capogruppo Pd) ha chiesto di sospendere il punto. Per un mese. Abbiamo appena istituito una commissione che si occuperà anche di ospedale unico, il suo ragionamento. Permettiamole, prima di derogare al dibattito pubblico, di riunirsi quattro o cinque volte. «Se la commissione è una cosa seria, è il momento di dimostrarlo» ha affermato. Replica del sindaco, Andrea Cassani: «Non sono favorevole alla sospensiva. Si vuole fare credere che la maggioranza stia facendo un colpo di Stato. Invece sta dando seguito alle promesse elettorali». Voto contrario della maggioranza, favorevole della minoranza. Richiesta respinta.

IL DIBATTITO E IL FUNZIONARIO ROMANO

La deroga al dibattito, prevista dalla legge, è stata presentata dal sindaco. Due i motivi fondamentali per “saltare”: accelerare l’iter per arrivare alla nuova struttura ed evitare, come precedentemente dichiarato dal primo cittadino nel trattare la commissione, che a illustrare il progetto «…sia un funzionario romano che al momento non sa dove sia Gallarate e che cosa sia il Sant’Antonio Abate». Il dibattito pubblico prevede che venga redatto un dossier e che si nomini un coordinatore per organizzare la presentazione alla cittadinanza e agli stakeholder.

LE CRITICHE

La discussione si è avvitata a lungo sui posti letto attuali e futuri e sulle diverse interpretazioni dei numeri, tra letti concretamente disponibili e letti accreditati (tetto massimo di quelli che possono essere gestiti). Da registrare l’intervento di Cosimo Ceraldi (Forza Italia) critico sulla sede scelta per il futuro ospedale («palesemente inadeguata»). Molto articolati gli interventi di Cesare Coppe (Città è vita) e Giovanni Pignataro. Coppe, rivolto alla maggioranza, ha fra l’altro affermato: «Avete chiesto una visita all’assessore regionale al Welfare Moratti. Che non è mai venuta, nemmeno per l’inaugurazione del centro vaccinale al Casermone. Ma ha lanciato l’idea, lì, di un hub regionale per le emergenze. Poi ha rimodulato la proposta. Abbiamo sentito dell’avversità del sindaco ai funzionari romani ma forse c’è da guardarsi da chi sta nei palazzi milanesi». Ancora: «La cittadinanza deve sapere che i giochi sono fatti. Il sindaco dice che il dibattito è inutile perché l’ospedale si fa. E si fa a Busto, a  Beata Giuliana. Il dibattito ci serve per mantenere potere contrattuale con Regione Lombardia».

Pignataro: «Riteniamo essenziale il lavoro della Commissione Sanità, che rischia di essere vanificato dall'esclusione del dibattito pubblico. Siamo contrari in quanto restringe il campo del confronto. C’è un documento preliminare, quello dell’8 luglio 2021, che riduce da 26.000 a 6.000 metri quadri l'uso sanitario di via Pastori (Sant’Antonio Abate, ndr), in modo incompatibile con l'annunciato insediamento di un ospedale di comunità. La deroga al dibattito consente un risparmio di tempo minimo e la delibera che andiamo a votare sembra costituire un atto irreversibile verso l'attuazione senza modifiche del documento preliminare alla progettazione, riducendo enormemente l'ambito di manovra della commissione appena instituita». Nel mirino anche il verbale dell’incontro sindaci/Regione, risalente a dicembre, richiamato più volte anche dal sindaco. Incontro nel quale Cassani ha ricevuto rassicurazioni rispetto a due temi in particolare: mantenimento di ambulatori al Sant’Antonio Abate e realizzazione di un accesso adeguato al futuro ospedale con risorse regionali.  «Ma quali rassicurazioni? – si è infervorato Pignataro – I cittadini vogliono garanzie. Quel documento non è vincolante. Così si perde forza negoziale, le aree dismesse poi saranno da noi. Il dibattito serve a sentire opinioni, ad allargare il tiro». I

EPILOGO

Battibecco fra Gnocchi e Cassani. Il secondo, con la sua maggioranza, è rimasto fermo sulle sue posizioni, richiamando le citate rassicurazioni (in precedenza aveva ricordato che essendosi già espressi a favore della deroga il Comune di Busto e la Provincia di Varese, di fatto la scelta è presa) e, di nuovo, la fedeltà al programma elettorale premiato dai cittadini nell’ottobre scorso. Di pragmatismo ha parlato Michele Aspesi mentre Stefano Deligios ha toccato, fra l’altro, l’argomento dei tempi: «Se con la deroga si risparmiassero anche solo nove mesi, abbiamo visto recentemente che in nove mesi può cambiare il mondo. Il momento saliente sarà la fase dell’accordo di programma. In quella sede si potrà contrattare qualcosa di meglio, analizzeremo le nostre esigenze, faremo valere le nostre richieste». Ore 23, voti come da copione: 15 favorevoli, 9 contrari. La delibera passa.

Stefano Tosi

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore