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Busto Arsizio | 09 dicembre 2021, 18:13

Addio a Lina Wertmüller. Paolo Castelli: «Figura centrale del cinema italiano»

«Ha sempre fatto una commedia molto incisiva, capace di cogliere le contraddizioni della realtà», osserva il docente e direttore esecutivo del Baff. Premio Chiara alla carriera, nonostante un contatto non partecipò invece al festival bustocco: «Cercammo di coinvolgerla, ma alla fine non fu possibile». Non mancherà l’occasione di omaggiarla

Lina Wertmüller ospite di una trasmissione Rai

Lina Wertmüller ospite di una trasmissione Rai

Lina Wertmüller se n’è andata nella notte a Roma. Aveva 93 anni.
Paolo Castelli, grande esperto e docente di cinema, direttore esecutivo del Busto Arsizio Film Festival, la ricorda come «una figura assolutamente centrale del cinema italiano».

«Ha sempre fatto una commedia molto incisiva, capace di cogliere le contraddizioni della realtà – dice della grande regista –. Ha fatto tutta la gavetta, lavorando anche come assistente di Fellini. E ha sicuramente segnato il cinema femminile».
Wertmüller è stata la prima donna candidata all’Oscar come miglior regista, nel 1977, con Pasqualino settebellezze. Nel 2020 ha ricevuto l’Oscar alla carriera.

Ha segnato la storia della commedia italiana con titoli come Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto e Mimì metallurgico. Ma Paolo Castelli vuole ricordare I basilischi: «Sono particolarmente legato a questo film, che racconta la provincia del Sud e parla di questi “vitelloni”... È un film in bianco e nero, povero, girato tra Puglia e Basilicata. Un tratto essenziale del suo cinema è proprio la riflessione su Sud e Nord, che ricorre spesso. E poi ha trovato attori favolosi, come Giannini e la Melato, presenti in più film».

Tanti, in queste ore, i ricordi degli addetti ai lavori. Castelli cita quello di Francesco Bruni, regista di Scialla!, Tutto quello che vuoi e Cosa sarà. «Addio Lina – ha scritto su Facebook –. Ricordo ancora quando con una delegazione di studenti del Centro sperimentale di cinematografia venimmo a casa tua per protestare per qualcosa, tu ci ricevesti in terrazza mentre prendevi il sole, e alle nostre rimostranze rispondesti: “Ve lo pijate in saccoccia”. Fu una grande lezione».
«Come a dire che quello che vorrete fare sarà un piccolo fuoco d’artificio ma non porterà a niente. Era molto schietta», precisa Castelli, aggiungendo anche un apprezzamento per le sue montature degli occhiali: «Mi sono sempre piaciute. Erano eccentriche, bellissime».

Wertmüller nel 2016 ricevette il Premio Chiara alla carriera. In precedenza partecipò anche a un festival a Parabiago.
Non fu invece mai ospite del Baff: «Abbiamo cercato di coinvolgerla – racconta Castelli –. Qualche edizione fa sembrava dovesse venire, ma poi non è stato possibile».
Di certo ci sarà modo di omaggiarla: «Assolutamente sì – conclude il direttore esecutivo del festival bustocco –. Magari proprio con I basilischi, il suo primo film. È  meno conosciuto di altri, ma è il mio film del cuore».

Riccardo Canetta

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